Bellini nega ma non spiega l'Ici non pagata
Il consulente si presenta in redazione: in difficoltà davanti alle domande del cronista
PESCARA. «Non ho ingannato nessun contribuente, semmai sono io vittima di alcuni miei clienti». Giacomo Bellini, accusato di essere il falso commercialista che ha ingannato decine di cittadini, facendogli credere di aver pagato le loro tasse, poi risultate evase, è uscito allo scoperto per difendersi. Sabato un imprenditore, Antonio Di Sante, ha fatto il suo nome e ha rivelato di averlo fatto condannare in primo grado nel 2006 per appropriazione indebita. Di Sante, titolare di una ditta di carpenterie metalliche, aveva scelto Bellini come consulente fiscale dal 1999 al 2004 e si è ritrovato un debito per tasse e contributi non pagati di 357mila euro. Ma sul professionista pesano come macigni altre gravi accuse. Venerdì scorso una parrucchiera, Mariapina Scamuffo, ha detto di essere stata quasi rovinata dal falso commercialista. Nei giorni scorsi, l'ufficio tributi del Comune ha scoperto diversi contribuenti, clienti del falso commercialista, in possesso di ricevute dei pagamenti Ici risultate false. Per questo, sono partite due denunce, alla polizia e alla guardia di finanza.
«SONO IO IL CONSULENTE» Abbigliamento griffato e un orologio di lusso intonato al maglione azzurro: ieri Giacomo Bellini, 45 anni ben portati, separato con due figli, ha finalmente svelato il suo aspetto dopo giorni di accuse piovute da tutte le parti. Si è presentato al cronista del Centro dichiarando di essere sempre stato un professionista serio. «Sono consulente fiscale dal 1994», ha sostenuto, «sono iscritto all'albo camerario di Pescara e sono intermediario abilitato dall'Agenzia delle entrate. Ho una laurea in Scienze economiche e finanziarie». Bellini ha tuttavia ammesso di non essere un dottore commercialista. «Sono titolare di un centro di assistenza fiscale», ha affermato. Il suo studio si trova in viale D'Annunzio, in un prestigioso palazzo sede di uffici legali di noti avvocati pescaresi.
LA DIFESA DI BELLINI Il consulente fiscale ha respinto tutte le accuse dei contribuenti che si sono fatti vivi in questi giorni per raccontare il loro dramma. Davanti al cronista che lo ha incalzato di domande, Bellini si è mostrato più volte in difficoltà. Come spiega il fatto che l'ufficio tributi del Comune ha presentato una denuncia, perché sono emerse ricevute falsificate dei pagamenti? «Io non ho mai rilasciato ricevute false», ha risposto, «i pagamenti che ho effettuato per conto dei contribuenti sono in regola. Non so cosa sia accaduto, ma finora dal Comune non mi è arrivato nulla. Se mi arriverà la denuncia, mi difenderò. Forse, sono dei contribuenti che per giustificare l'evasione danno la colpa al consulente fiscale». Ha sostenuto la stessa tesi anche per i due casi più eclatanti, quelli della parrucchiera e dell'imprenditore di Elice. Entrambi hanno denunciato Bellini, ma il titolare della ditta di laminati metallici è riuscito a farlo condannare in primo grado, nel 2006, per il reato di appropriazione indebita, a sei mesi di reclusione, a una multa di 250 euro e al risarcimento di 357mila euro a favore del suo accusatore. Il consulente ha presentato ricorso in appello contro quella sentenza, respingendo le accuse che hanno portato il giudice a pronunciare la condanna. Il suo avvocato Giovanni Stramenga ha avanzato l'ipotesi che gli elementi forniti dalla difesa in giudizio sarebbero stati sottovalutati dal giudice. «L'intero processo», ha detto il consulente citando il testo del ricorso, «nasce con il preciso obiettivo di garantire alla parte offesa uno scudo protettivo dell'inesorabile maglio del fisco. Di Sante, dimostrando l'infedeltà del professionista, ha potuto chiedere lo sgravio delle pene pecuniarie per le tasse non pagate».
«ACCUSATO E ASSOLTO» Bellini, tuttavia, ha confidato di essere finito in tribunale anche per altri motivi. In passato, qualcuno lo avrebbe denunciato per esercizio abusivo della professione. «Sono stato assolto con formula piena», ha precisato. Ma non è sembrato meravigliato del fatto che tutti questi contribuenti ce l'hanno con lui. «Il mio avvocato sostiene che sono stato preso di mira», ha concluso mostrando il suo cellulare Iphone, «stamattina ho ricevuto tante telefonate di clienti che mi hanno espresso la loro solidarietà».
«SONO IO IL CONSULENTE» Abbigliamento griffato e un orologio di lusso intonato al maglione azzurro: ieri Giacomo Bellini, 45 anni ben portati, separato con due figli, ha finalmente svelato il suo aspetto dopo giorni di accuse piovute da tutte le parti. Si è presentato al cronista del Centro dichiarando di essere sempre stato un professionista serio. «Sono consulente fiscale dal 1994», ha sostenuto, «sono iscritto all'albo camerario di Pescara e sono intermediario abilitato dall'Agenzia delle entrate. Ho una laurea in Scienze economiche e finanziarie». Bellini ha tuttavia ammesso di non essere un dottore commercialista. «Sono titolare di un centro di assistenza fiscale», ha affermato. Il suo studio si trova in viale D'Annunzio, in un prestigioso palazzo sede di uffici legali di noti avvocati pescaresi.
LA DIFESA DI BELLINI Il consulente fiscale ha respinto tutte le accuse dei contribuenti che si sono fatti vivi in questi giorni per raccontare il loro dramma. Davanti al cronista che lo ha incalzato di domande, Bellini si è mostrato più volte in difficoltà. Come spiega il fatto che l'ufficio tributi del Comune ha presentato una denuncia, perché sono emerse ricevute falsificate dei pagamenti? «Io non ho mai rilasciato ricevute false», ha risposto, «i pagamenti che ho effettuato per conto dei contribuenti sono in regola. Non so cosa sia accaduto, ma finora dal Comune non mi è arrivato nulla. Se mi arriverà la denuncia, mi difenderò. Forse, sono dei contribuenti che per giustificare l'evasione danno la colpa al consulente fiscale». Ha sostenuto la stessa tesi anche per i due casi più eclatanti, quelli della parrucchiera e dell'imprenditore di Elice. Entrambi hanno denunciato Bellini, ma il titolare della ditta di laminati metallici è riuscito a farlo condannare in primo grado, nel 2006, per il reato di appropriazione indebita, a sei mesi di reclusione, a una multa di 250 euro e al risarcimento di 357mila euro a favore del suo accusatore. Il consulente ha presentato ricorso in appello contro quella sentenza, respingendo le accuse che hanno portato il giudice a pronunciare la condanna. Il suo avvocato Giovanni Stramenga ha avanzato l'ipotesi che gli elementi forniti dalla difesa in giudizio sarebbero stati sottovalutati dal giudice. «L'intero processo», ha detto il consulente citando il testo del ricorso, «nasce con il preciso obiettivo di garantire alla parte offesa uno scudo protettivo dell'inesorabile maglio del fisco. Di Sante, dimostrando l'infedeltà del professionista, ha potuto chiedere lo sgravio delle pene pecuniarie per le tasse non pagate».
«ACCUSATO E ASSOLTO» Bellini, tuttavia, ha confidato di essere finito in tribunale anche per altri motivi. In passato, qualcuno lo avrebbe denunciato per esercizio abusivo della professione. «Sono stato assolto con formula piena», ha precisato. Ma non è sembrato meravigliato del fatto che tutti questi contribuenti ce l'hanno con lui. «Il mio avvocato sostiene che sono stato preso di mira», ha concluso mostrando il suo cellulare Iphone, «stamattina ho ricevuto tante telefonate di clienti che mi hanno espresso la loro solidarietà».
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