Bimbo con gravi patologie, l’Asl si difende: «Trattamenti corretti»

9 Ottobre 2025

Il 17 dicembre la causa civile dopo la richiesta di maxi risarcimento dei genitori, l’Azienda sanitaria tira fuori la consulenza del Tribunale: «Nessun errore»

PESCARA. «Il recente ricorso promosso dagli avvocati Matteo e Claudio Di Tonno è stato notificato alla Asl di Pescara il 30 settembre 2025. La prima udienza dinanzi al Tribunale civile di Pescara è fissata per il 17 dicembre prossimo, quando l’Autorità giudiziaria valuterà le condizioni di procedibilità e, se del caso, disporrà l’istruttoria».

Con questa premessa, la Asl di Pescara interviene sul caso del bambino nato con malformazioni e la conseguente richiesta di risarcimento di un milione e mezzo da parte dei genitori, e spiega: «Dagli atti a disposizione della Asl emerge che lo studio legale Di Tonno, oltre a quello più recente, ha avviato altri due distinti procedimenti per la stessa vicenda, uno dei quali è stato dichiarato inammissibile dall’Autorità giudiziaria. Riguardo l’altro, il Tribunale di Pescara ha nominato un collegio tecnico d’ufficio (Ctu) composto da specialisti in Ostetricia e Ginecologia e in Medicina legale, i quali hanno concluso che “non vi sono stati trattamenti sanitari erronei posti in essere dai sanitari dell’ospedale di Pescara che ebbero in cura l’assistita” e che “non si ravvisano profili di errore imputabili ai sanitari, ribadendo l’assenza di comportamenti erronei che possano aver influito negativamente sul procedere degli eventi connessi alla situazione patologica di base”».

E la Asl prosegue nella sua puntualizzazione, circa il caso della coppia, sottolineando che «il Tribunale ha quindi ritenuto che l’operato dei professionisti dell’ospedale di Pescara fosse pienamente conforme alle linee guida nazionali e alle buone pratiche clinico-assistenziali, escludendo qualsiasi profilo di responsabilità a carico della Asl di Pescara».

Un caso che approderà in Tribunale il prossimo 17 dicembre. I genitori del bambino oggi con gravissime patologie, per il tramite degli avvocati, hanno sostenuto che pur avendo chiesto l’interruzione di gravidanza in seguito ai gravi rischi per madre e nascituro paventati dai sanitari, si trovarono ad affrontare la nascita con un parto prematuro da cui venne alla luce il piccolo affetto da diverse e gravissime malformazioni che necessitano di continue cure e assistenza.