Boom di presenze dall’Africa del Nord negli ultimi anni
Trend in crescita già a partire dai primi mesi del 2002 Un fenomeno amplificato dalla tv e dal passaparola
AVEZZANO. Attraversano il mare nella speranza di un futuro migliore, sognando una vita dignitosa per loro e le proprie famiglie. Lasciano la terra dove sono nati e cresciuti pensando a quella società accogliente che vedono in tv sui canali italiani e in un mondo del lavoro aperto e garantista.
Invece gli immigrati che arrivano in Italia per trovare un lavoro che cambi la loro storia personale sono costretti a fare i conti con una realtà diversa, con un'integrazione difficile, con datori di lavoro poco disponibili alla stabilizzazione dei propri dipendenti.
Così il lavoro nero, il caporalato, anche nelle aziende agricole del Fucino, sono fenomeni all'ordine del giorno, mentre il rispetto dei diritti umani e delle normative igienico sanitarie, assistenziali e contrattuali sono sempre più rari. Non c'è un dato certo sulla presenza degli stranieri nella Marsica.
È sicuro, però, che il boom di presenze è scoppiato nel 2002 e nel 2003, quando l'aumento dei residenti provenienti soprattutto dall’Africa del Nord è stato determinato in larga misura dai provvedimenti di regolarizzazione (legge numero 189 del 30 luglio 2002, articoli 33, e legge numero 222 del 9 ottobre 2002).
Così molti immigrati, già irregolarmente presenti in Italia, hanno potuto sanare la propria posizione e iscriversi successivamente all'anagrafe. Nei 37 Comuni del territorio, secondo i dati relativi al 2010, la percentuale di immigrati si aggira intorno al 10 per cento, con picchi che arrivano al 15, come nel caso di Luco dei Marsi il paese divenuto nel tempo il cuore dello spaccio e della criminalità, e anche a 25 se si aggiungono i clandestini. Gli immigrati svolgono soprattutto lavoro stagionale come operatori.
Molti di loro non hanno un impiego fisso e si alternano tra il lavoro nei campi per la raccolta degli ortaggi nei mesi più caldi, e la lavorazione dei prodotti nel periodo invernale. Spesso, però, svolgono mansioni e lavori che gli italiani si rifiutano di fare.
Per questo motivo, una grande percentuale degli stranieri con il permesso di soggiorno in regola trova lavoro facilmente.
Se si tenta però di guardare oltre i dati e si prova a scoperchiare questo preoccupante problema dell'immigrazione clandestina si capisce che la tipologia degli impieghi favorisce la precarietà e la stagionalità.
E la precarietà occupazionale provoca un malessere generalizzato che sfocia nella microcriminalità diffusa e nello spaccio.
Inoltre se anche una minima percentuale di stranieri presenti in Marsica è clandestina e senza lavoro, quelli che per vivere scelgono la criminalità sono numerosi.
Un fenomeno sociale legato anche alle difficoltà di integrazione, in un momento di crisi economica in cui le comunità locali fanno fatica ad accettare la presenza di minoranze provenienti da altri Paesi.
Pietro Guida
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