«Buon viaggio angelo mio» Il saluto di Pietro al papà

13 Agosto 2015

La moglie di Battaglia, infermiera a Geriatria, corre al capezzale del marito Aurelio, nonno e fisarmonicista, era un iscritto all’Avis. Lascia due figlie

AVEZZANO. «Buon viaggio angelo mio! Mi mancherai tantissimo!». Ha usato i social network il giovane Pietro per dare l’addio al suo papà. Un messaggio semplice con un cuoricino e l’ emoticon che piange è stato il suo modo per salutarlo. Avrebbe festeggiato 50 anni con i suoi coetanei Lucio Battaglia e poi, a fine mese, la Comunione della figlia. Il destino, però, con lui è stato crudele e i suoi sogni si sono infranti mentre lavorava insieme ai suoi due colleghi. La moglie Benedetta Trinchini, infermiera all’ospedale di Avezzano, era al lavoro nel reparto di Geriatria quando al pronto soccorso è arrivata l’ambulanza con Lucio. Inizialmente si era parlato di ferite non gravi, poi la situazione è precipitata ed è morto. Oltre a Pietro, 17 anni, lascia un’altra figlia, Beatrice, che ne ha 9. Lavorava da anni alla “Strada dei Parchi” e appena terminato il suo turno tornava a San Benedetto dei Marsi dove si dedicava alle sue passioni. Da sempre, infatti, era amante della caccia e insieme ai suoi compaesani faceva periodiche battute al cinghiale. Era anche iscritto al gruppo alpini del paese e alla Protezione civile. Amante dello sport, seguiva costantemente la squadra del paese ed era amico dei calciatori Mario e Domenico Morfeo. «Sono sconvolto per questa perdita», ha commentato il sindaco Quirino D’Orazio. «Oltre che un compaesano, era un grande amico. La sua perdita ha scosso tutta la comunità. Abbiamo subito annullato le manifestazioni estive e proclamato il lutto cittadino fino al giorno dei funerali. Lucio era una persona attiva nel tessuto del paese, generoso e di cuore. Una figura importante».

Ieri in molti hanno fatto visita alla mamma Silvana e al padre Pietro per portare loro una parola di conforto, e alla sorella Stefania, anche lei infermiera.

Amava la musica Aurelio Olarini, classe 1956, e per questo aveva deciso di perfezionare la sua passione. Allegro e buono, come lo descrivono gli amici, lascia la moglie Enza Platini e due figlie, Ines, 31 anni, che lo ha reso nonno, e Alessandra, di 27. Quando non era al lavoro spesso andava in montagna con gli amici. Era anche un donatore Avis. Si divideva tra il suo impiego di operaio e i tanti palchi dove si esibiva con il coro di Scurcola Marsicana, ma anche da solista, con la fisarmonica che sapeva suonare molto bene. «Ho conosciuto Aurelio due anni fa, ad Avezzano, in occasione di un concerto nel giorno dell’Epifania», ha raccontato Ilenia Lucci. «Rimanemmo in contatto e l’anno successivo cantammo insieme in due concerti natalizi, uno a Cerchio e l’altro a Casali d’Aschi. Furono bellissime esperienze e lui fu felicissimo di poter cantare. Lo ricorderò sempre come un uomo di grande bontà».(e.b.)

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