«Bussi, ora il risanamento con 50 milioni»

4 Maggio 2014

Il sindaco Lagatta: bene la decisione del Tar, già fissati i criteri per le aziende che vogliono reindustrializzare il sito

BUSSI SUL TIRINO. «Ma il cielo è sempre più blu». Esordisce così il sindaco di Bussi Salvatore Lagatta, commentando la sentenza del Tar che ha respinto il ricorso della Montendison e dando validità all’ingiunzione del ministero dell’Ambiente a procedere con la bonifica integrale del sito inquinato della discarica Tremonti e delle altre due aree periferiche al sito industriale: le cosiddette 2A e 2B. «Insomma, le cose vanno bene. E noi, a Bussi, abbiamo sempre sostenuto», sorride Lagatta, «che era compito di Montedison e ora finalmente l’epilogo del lungo iter giudiziario ci rende merito. I 50 milioni di euro a disposizione del commissario di governo Adriano Goio, possono essere dunque impiegati per i lavori di risanamento e messa in sicurezza del sito industriale dove opera la Solvay, per intenderci, utilizzandoli cioè per il fine per cui sono stati erogati attraverso il decreto milleproroghe e ritagliati dai fondi stanziati per il terremoto dell'aprile 2009».

Ora, dunque, si aprono gli orizzonti per la reidustrializzazione. «Lo scorso 30 aprile, in consiglio comunale, abbiamo stabilito i criteri per le aziende che promettono di insediarsi e fissato le modalità di intervento per la bonifica del sito Solvay. L'investitore dovrà assicurare una continuità della produzione attuale di Solvay con un piano industriale che prevede un ampliamento sia produttivo che di organico di circa 150 persone da aggiungere alle circa 100 unità in forza a Solvay più naturalmente l'indotto, mentre Goio potrà finalmente utilizzare i suoi fondi». Come? «L’intervento con la bonifica sui circa due ettari del sito Solvay e realizzando un cupping integrale provvisorio sulle zone circostanti, consistenti in circa 1,5 ettari, nonché mantenendo attiva la barriera idraulica, opera che consente la depurazione delle acque inquinate della sottostante falda. Tutto questo in accordo con Solvay, proprietaria del sito, Goio e ministero dell'Ambiente. Il prossimo 15 maggio, tanto per stringere i tempi, convocheremo un consiglio comunale per approntare la stipula dell'accordo di programma relativo a questo progetto. In data successiva ma ravvicinata, ci sarà il confronto con le parti sociali e istituzionali che dovranno avallare o apportare interventi migliorativi al progetto stesso». Un progetto che sottintende che l'azienda che andrà a insediarsi opera nel settore chimico, oltre ai prodotti farmaceutici di cui si occupa, dovrà proseguire la produzione dei colorosoda e della sorta di detersivi (Eureko) che sforna la Solvay. Produzioni che avvengono con le celle a membrana che hanno da qualche anno sostituito quelle a mercurio. Le condizioni di cui il nuovo investitore dovrà dare garanzia, riguardano anche la compatibilità ambientale sulla quale dopo cent’anni di chimica, il vortice giudiziario in atto e le ripercussioni sulla vivibilità del territorio, non si può più transigere, nonché dimostrare la sua solidità finanziaria e le capacità di investimento. Bonifica del sito industriale Solvay, reindustrializzazione e bonifica della Tremonti, ad opera o in danno di Montedison, dovranno procedere contestualmente anche se su due fronti distinti. «Le bonifiche oggi non si eseguono più», spiega Lagatta, «trasferendo il materiale contaminato altrove per purificarlo dagli inquinanti, il che sarebbe impossibile visto che si tratta di centinaia di migliaia di metri cubi, ma si eseguono in loco trattando il terreno con speciali tecniche».

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