Caccia allo scooter nero: al setaccio le telecamere

18 Agosto 2022

Nella sua fuga il killer è passato su viale Bovio, dove ci sono decine di impianti Non tutti sono puntati sulla strada, ma qualcuno sì: è lì che cercano i poliziotti

PESCARA. Decine di occhi elettronici puntati su viale Bovio. Molti sui marciapiedi, ma alcuni, e anche all’apparenza abbastanza professionali, sulla strada.
È anche da qui che passa il lavoro certosino degli investigatori della Mobile, a caccia di ogni piccola traccia del killer in fuga su uno scooterone Yamaha scuro. La sera dell’agguato, lo scorso primo agosto, prima di sparare contro Walter Albi e Luca Cavallito, l’assassino aveva lasciato quello scooterone a poche decine di metri dal bar di via Ravasco che fa angolo con la strada parco. E in sella a quella moto scura è ripartito, passando inevitabilmente su viale Bovio.
Verso nord, o verso sud, è da viale Bovio che è dovuto passare quella sera per lasciarsi alle spalle tutto il pandemonio di sirene che aveva scatenato con quegli otto colpi di pistola, dopo aver lasciato Albi a terra senza vita e Cavallito ferito gravemente. È anche sulla base di questa certezza che gli investigatori stanno passando al setaccio i filmati registrati dalle telecamere dei tanti esercizi commerciali distribuiti sul tracciato di circa un chilometro e mezzo che va più o meno dalla rotatoria del Bingo, a piazza Duca degli Abruzzi. È vero, forse il killer, con l’appoggio di qualcuno del posto, avrà percorso anche solo un minimo tratto di quella strada. Ma forse, ed è quello che stanno verificando gli investigatori, anche in quel piccolo tratto potrebbe essere stato immortalato da uno di quegli occhi elettronici capaci di svelare dettagli decisivi per le indagini. A cominciare dalla moto che, con l’appoggio logistico di qualcuno, l’assassino avrà fatto sparire quasi immediatamente dopo l’agguato. Ma è comunque nelle telecamere che bisogna cercare. Facendo un rapido giro in viale Bovio, strada di collegamento e di grande traffico, dove però non è stato installato dal Comune neanche uno dei super impianti di videosorveglianza concentrati in centro, sono almeno 3 o 4 le telecamere che sembrano potenzialmente interessanti. In particolare, verso nord, c’è quella del tabaccaio di piazza Duca, all’angolo con via Settembrini, che punta dritto sulla strada. Ma prima di arrivare a piazza Duca, tra l’istituto Ravasco e la Regione, sono almeno altre 3, o 4 le telecamere di altrettante attività che però, in questo caso, puntano sul marciapiede.
Verso sud, invece, in direzione centro, e dunque sulla corsia lato monti, una telecamera puntata sulla strada è quella all’altezza dell’incrocio con via Milite Ignoto. Poi, poco più giù, ma sulla corsia lato mare, se ne scorge un’altra ben più potente, e puntata sulla strada, del negozio di bici Bevilacqua. Certo, forse tutta questa strada, che poi in realtà sono poche centinaia di metri, il killer non l’avrà neanche percorsa, soccorso da un complice pronto a dargli mezzo e abiti nuovi. Ma la moto non può essere svanita nel nulla. E se è sparita, sicuramente non l’ha fatta sparire il killer tutto da solo. Di certo qualcuno l’ha aiutato. Qualcuno di qui, qualcuno che conosceva talmente bene le vittime da dargli l’appuntamento mortale, Ma anche qualcun altro, che le vittime non conoscevano, e che le ha spiate fino all’arrivo dell’assassino.
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