Campi senz’acqua da due mesi, agricoltori contro il Consorzio

1 Settembre 2024

La stretta sull’irrigazione annunciata da Tocco innesca la reazione del Comitato Bonifica Sostenibile Trovarelli: «La rete cade a pezzi, ma paghiamo cifre assurde». E Coldiretti chiede lo stato di calamità

PENNE. Caldo estremo, siccità, dispersione. L'acqua non c'è, non solo per quanto riguarda gli usi domestici, ma anche e soprattutto per i fondamentali e vitali obiettivi dell'agricoltura. L'emergenza idrica è diventata, però, terreno di scontro: il Consorzio di bonifica annuncia una stretta su agricoltori che - secondo quanto afferma il presidente Enisio Tocco - pagando tariffe al metro quadro utilizzerebbero più acqua di quella effettivamente pagata. Ma il Comitato bonifica sostenibile non le manda a dire a Tocco e ribatte punto su punto, denunciando sprechi a carico proprio del Consorzio, causati dalle reti colabrodo. Nel mezzo, c'è la realtà: due mesi senza piogge, campi aridi e colture fondamentali per l'economia vestina a serio rischio. Già tremano anche gli olivicoltori per la raccolta che verrà: potrebbe essere fortemente condizionata da caldo e siccità. E' partita la corsa ad accaparrarsi le scorte dell'olio del 2023 e, infatti, i prezzi stanno schizzando alle stelle. «Questo agosto a 33° fissi da circa due mesi, senza pioggia e con pochissima acqua per irrigare, si chiude tra le denunce di Coldiretti, che chiede lo stato di calamità per “agricoltori allo stremo”, e le giustificazioni del presidente del Consorzio di Bonifica Centro, Enisio Tocco, che spiega come ci siano due mondi agricoli che si fanno la guerra», dice Gabriele Trovarelli, presidente del Comitato bonifica sostenibile. «Ci sarebbero utenti buoni, che pagano regolarmente pur facendo turni di consumo, e altri cattivi, cui vengono affidate “concessioni” di prelievo tariffate a metro quadro: i primi patirebbero la mala gestio dei secondi i quali, pagando per 500 metri quadrati di terreno, poi in realtà riuscirebbero ad irrigare anche 2 o 3 ettari». Il Comitato poi entra nel dettaglio e si rivolge al presidente Tocco: «Se chi ha una concessione possiede 2 o 3 ettari di terreno agricolo vuol dire che paga sia la concessione sia la tassa sui terreni agricoli, a 201 euro per ettaro, per cui non solo non ruba nulla, ma paga una tariffa assurda che sfiora i mille euro per 2 o tre ettari di terra senza avere acqua a sufficienza». Sullo spreco di acqua chiama in causa proprio il Consorzio: «Il principale responsabile dello spreco d’acqua è proprio il Consorzio, con la sua rete colabrodo, dighe interrate, vasche contenimento non funzionanti, valvole di sfiato rotte, pompe non funzionanti, ecc... fatti testimoniati dalla continua serie di proteste che pervengono alla nostra attenzione da tantissimi agricoltori. Il Consorzio, a dispetto di disposizioni statali, regionali e per giunta del proprio piano di classifica, che prevedono da oltre dieci anni la tariffazione a consumo, continua imperterrito a tassare il 99% dei contribuenti con la tariffa forfettaria, agevolando chi utilizza più acqua e penalizzando chi, invece, non la utilizza affatto. E quei pochi agricoltori che, invece, hanno chiesto ed ottenuto la tassazione a consumo il Consorzio ha pensato bene di imporre una tariffa assolutamente sperequata, onerosa ed ingiusta, arrivando ad applicare a costoro aumenti più che doppi». «Gli agricoltori», chiude il Comitato, «soffrono mancanza d’acqua e pagano tariffe drogate da un ente pubblico che continua ad accumulare perdite su perdite, a sprecare denaro pubblico e che non applica le norme previste dall’ordinamento ed i regolamenti che esso stesso si è dato».