Campo Felice, 6 morti nell'elicottero del 118 precipitato: recuperata la scatola nera

Nell'incidente hanno perso la vita anche un volontario e un medico tornati dall’hotel Rigopiano. Aperte due inchieste: i carabinieri sequestrano i nastri delle telefonate, in mattinata recuperato in buone condizioni il registratore di volo

INVIATO A LUCOLI. Davide De Carolis era rientrato sabato pomeriggio dall’hotel Rigopiano, luogo di dolore a Farindola. Neanche il tempo di lavare la divisa del Soccorso alpino che è tornato in missione, perché il collega Alessandro Marucci gli ha chiesto un cambio di turno. Le porte di un terribile destino hanno fatto salire De Carolis su quell’elicottero del 118 che con uno schianto ha aggiornato l’elenco delle tragedie di questi giorni sugli innevati monti dell’Abruzzo. De Carolis, 40 anni, orginario di Teramo ma da anni residente a Santo Stefano di Sessanio, dove era consigliere comunale, è una delle sei vittime del disastro avvenuto ieri poco prima di mezzogiorno su un costone di monte Cefalone, a Lucoli, poco dopo il valico della Crocetta.

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Soccorsi a uno sciatore. L’elicottero del 118 è decollato dall’aeroporto di Preturo per soccorrere uno sciatore rimasto ferito sulle piste da sci di Campo Felice, Ettore Palanca, 50 anni, di Roma. Una gamba fratturata, nulla di particolarmente serio. A bordo, oltre a De Carolis e a Palanca, c’erano il medico Walter Bucci, 57 anni, di Rocca di Cambio, anch’egli reduce da Rigopiano, l’infermiere Giuseppe (Peppe) Serpetti, 59enne, di Arischia, il pilota Gianmarco Zavoli, 46 anni, di San Giuliano a Mare (Rimini) e il tecnico di bordo e verricellista Mario Matrella, 42 anni, di Putignano (Bari). Sono tutti morti.

Nebbia e vento. Nella zona c’erano una fitta nebbia e un vento che soffiava a 40 chilometri orari. Il pilota, stando alle prime informazioni raccolte dagli inquirenti, volava “a vista”. Era molto esperto, raccontano i colleghi, e quel tragitto lo conosceva. Ma le difficili condizioni metereologiche possono avere avuto il loro peso sulla tragedia.

Schianto sul monte. L’elicottero, un Agusta Westland della ditta Inaer, in dotazione al 118 dell’Aquila per gli interventi in provincia e nel Teramano, era diretto al pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Pochi minuti dopo mezzogiorno un segnale di crash è stato raccolto dalla centrale operativa del 118 di Rieti. Immediato è scattato l’allarme, si è mobilitata la macchina dei soccorsi e si sono alzati in volo anche velivoli dell’Esercito. Mezz’ora dopo, quando la nebbia si è diradata, i rottami dell’eliambulanza sono stati avvistati sul ripido versante del Cefalone, a un paio di chilometri dalle piste da sci. In quel punto si erano concentrate le ricerche grazie a un segnale gps. Le prime squadre di soccorso hanno raggiunto il punto dell’impatto e hanno capito che non c’erano speranze per gli occupanti: solo uno di loro era stato sbalzato sulla neve, gli altri erano incastrati tra le lamiere. Le operazioni per il recupero sono andate avanti per circa tre ore, tra lo sgomento di tutti quei soccorritori che avevano lavorato con i componenti della squadra del 118.

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Lacrime e soccorsi. «Erano amici, li conoscevamo tutti», sussurra Luigi Piccirilli del Soccorso alpino di Avezzano, colui che la scorsa settimana è stato fra i primi a raggiungere l’albergo di Rigopiano devastato dalla slavina. Non ha vergogna delle lacrime il medico Americo Scarsella: «Una tragedia assurda, non si doveva andare a Campo Felice con un elicottero per una gamba rotta».

I testimoni: «Volava basso». «Ci siamo meravigliati perché volava basso, troppo basso, poi è sparito nella nebbia», racconta Gianluca Marrocchi, sindaco di Lucoli. «Volava basso e piano, c’era molta nebbia. Quando l’elicottero è tornato indietro ho prestato attenzione, poi ho sentito un botto, un forte rumore, penso l’impatto con la montagna e ho chiamato subito il 118», è la testimonianza di Loris Fucetola, istruttore di fondo, il primo a dare l’allarme.

Inchieste sulle telefonate. Per chiarire la dinamica della sciagura sono state aperte due inchieste, una della Procura dell’Aquila coordinata da Simonetta Ciccarelli, l’altra dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) che ha inviato un team investigativo a Campo Felice. Oggi si tenterà di recuperare il registratore di volo, la cosiddetta scatola nera, mentre ieri sera i carabinieri hanno acquisito i nastri registrati delle telefonate con le richieste di soccorso e hanno ascoltato alcuni operatori del 118.

Recuperata la "scatola nera". È stato recuperato questa mattina il registratore di volo (la cosiddetta "scatola nera") dell'elicottero del 118 caduto ieri nell'aquilano, con un bilancio di sei morti. Lo strumento si presenta in buone condizioni ed è stato ritrovato durante il sopralluogo operativo effettuato al relitto da un investigatore dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo. Il registratore di volo, del tipo "Multi-Purpose Flight Recorder", memorizza sia i parametri di volo, sia le comunicazioni ed i suoni nella cabina di pilotaggio. È stato preso in consegna dal personale dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, in coordinamento con la Procura della Repubblica dell'Aquila, e sarà prossimamente decodificato nei laboratori della stessa Agenzia. Durante il sopralluogo operativo sono state acquisiti anche altri elementi che, integrati con i dati che saranno estratti dal registratore di volo, contribuiranno a ricostruire la dinamica dell'incidente e le cause che lo hanno determinato.

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