«Cari mamma e papà, tornerò presto»

Il testo dell'ultima lettera imbucata a Pescara dopo la scomparsa
PESCARA. Ecco il testo della lettera espresso spedita da Pescara il 27 luglio 1996, poche ore dopo la sparizione di Donatella Grosso, e arrivata a Viterbo, a casa dei genitori della ragazza, tre giorni dopo: «Cari mamma e papà, scusatemi se vi ho detto una bugia l'altra notte, ovviamente non sono andata a Popoli. Vi ho sempre detto che non ero soddisfatta delle mia situazione lavorativa e che appena possibile sarei partita. Ho avuto la possibilità di andare a lavorare per un paio di mesi in Francia, e sono partita. Potrò lavorare alla reception di un grande hotel. Vi telefono appena arrivo». Segue la firma di Donatella e un post scriptum: «Perdonatemi e non vendete nulla, tornerò prima del previsto». Due giorni dopo i genitori si precipitano a Francavilla da Campobasso, dove si trovano in vacanza, allarmati dal fatto che la figlia non si è più fatta sentire. E il 2 agosto successivo, presentano la denuncia di scomparsa. Le tracce biologiche sulla missiva e sulla busta imbucata a Pescara non appartengono all'ex fidanzato. Lo ha stabilito la perizia affidata ai carabinieri del Ris di Roma ed effettuata da Giampaolo Iuliano, esperto in dattiloscopia, e Andrea Berti, esperto in biologia.