Caso Dezio, la richiesta del Pm: "Un anno per D'Alfonso"

13 Maggio 2011

In corso l'udienza del processo a carico di dell'ex sindaco di Pescara, D'Alfonso, accusato di abuso patrimoniale in relazione al concorso per l'assunzione del sui braccio destro, Dezio, a dirigente del Comune

PESCARA. Un anno di carcere per Luciano D'Alfonso. È quanto chiesto dal pm Paolo Pompa nel processo a carico dell'ex sindaco di Pescara accusato di abuso patrimoniale in relazione al concorso per l'assunzione di Giudo Dezio a dirigente del Comune. Il collegio, presieduto da Carmelo De Santis, è dalle 7 in camera di consiglio. Già stasera potrebbe arrivare la sentenza. Sarebbe la prima dei processi che vedono fra gli imputati D'Alfonso.

Proprio sui processi dell'ex sindaco si è sviluppato il dibattito dell'udienza di oggi. Il pm Pompa ha chiesto la riunificazione del procedimento legato all'assunzione di Dezio con quello relativo alle tangenti al Comune di Pescara. Secondo il pubblico ministero Paolo Pompa l'assunzione in Comune dell'ex braccio destro di D'Alfonso, che per l'accusa è frutto di un concorso viziato, sarebbe direttamente connesso al processo per tangenti. Il collegio ha rigettato la tesi, dando così ragione alla difesa che si è opposta alla riunificazione.

Questa mattina in aula ha deposto anche l'assessore regionale Carlo Masci, all'epoca dei fatti
consigliere comunale d'opposizione ed estensore dell'esposto che ha dato il via alle indagini. Masci ha raccontanto ai giudici di aver preparato, nel maggio 2007, una interrogazione, poi firmata da altri esponenti di centrodestra, in cui si chiedevano chiarimenti in merito al concorso vinto da Dezio, alla luce di alcune anomalie riscontrate.

In particolare, da alcuni accertamenti effettuati risultava che Dezio aveva attestato, come titolo per accedere al concorso, di aver svolto in Regione un incarico equiparato a quello dirigenziale, in realtà aveva prestato una collaborazione nell'allora gruppo de La Margherita. Riguardo ai rapporti tra D'Alfonso ed il suo ex braccio destro, Masci ha dichiarato che "in ambiente politico" era noto che "Dezio era l'alter ergo di D'Alfonso".

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