Ceci e Rigante, omicidi con una calibro 38

Analogia tra i due fatti: usato lo stesso tipo di arma. Saranno esaminati i proiettili
PESCARA. Due omicidi e lo stesso tipo di arma: una pistola calibro 38. Nessun collegamento, per ora, tra l'omicidio Rigante del primo maggio e quello di Italo Ceci del 20 gennaio, ma un'analogia sì. L'analogia della calibro 38 utilizzata dagli assassini, che non è passata ovviamente inosservata agli investigatori della Mobile. Per questo, a breve, le ogive estratte dai corpi delle vittime durante l'autopsia saranno sottoposte a comparazione.
Si tratta di capire se a esplodere il colpo con cui Massimo Ciarelli (secondo le dichiarazioni della vittima stessa) ha ucciso l'ultrà biancazzurro di 24 anni nell'agguato di via Polacchi sia la stessa arma con cui, quattro mesi fa, un killer mancino ancora ricercato ha sparato tre volte contro l'ex bandito della banda Battestini lasciandogli due proiettili nel torace, con un terzo che fuoriuscì frammentato dal braccio. Dall'analisi dei due proiettili che hanno ucciso il pentito di 58 anni la sera del 20 gennaio e da quello che è entrato nel fianco dell'ultrà di 24 anni portandolo alla morte nel giro di mezz'ora, dalle scanalature, dai pieni e dai vuoti che si riescono a vedere sulla base cilindrica delle ogive, si può infatti risalire al tipo di canna che le ha esplose. Questo consente non solo di individuare con esattezza il tipo di arma, ma anche la marca e la pistola stessa che ha sparato.
Particolari che, una volta completate e perfezionate tutte le analisi, consentirà di fare comparazioni balistiche a largo raggio attraverso l'Ibis, il database nazionale delle armi da fuoco. Per ora, l'unica certezza è il tipo di pistola, una calibro 38 che in entrambi i casi non è stata trovata. Una calibro 38 che riesce a maneggiare solo chi è in grado di contenere lo strappo che una pistola di quel tipo dà quando si preme il grilletto e i cui proiettili sono caratterizzati dal fatto che non perdono il bossolo, e quindi non forniscono tracce immediate del tipo di arma. Se non fino a quando, come è successo, è l'autopsia a portarli alla luce. Reperti che, messi a confronto, potrebbero rivelare un collegamento tra i due omicidi allargando il ventaglio investigativo degli uomini di Pierfrancesco Muriana. Gli stessi che, a caccia di questa calibro 38, stanno tornando a ritroso non solo di mesi, ma di anni, fino ad arrivare alla pistola calibro 38 di cui fa menzione in un'intercettazione dell'ottobre 2008 il nipote di Massimo, Domenico Ciarelli, oggi in carcere come suo presunto complice nell'omicidio Rigante.
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