Cento anni di ospedale in una mostra permanente 

Foto in bianco e nero raccontano le origini delle tre strutture sanitarie di Pescara La donazione è dell’americano Anderson, ex presidente del Rotary Pescara ovest

PESCARA. C'è un secolo di storia nel racconto fotografico dell’ospedale sintetizzato in cinque straordinarie immagini in bianco e nero che da ieri si possono ammirare gratuitamente nella saletta bianca dell’ingresso pedonale della struttura sanitaria, lato via Paolini.
Una mostra permanente sulle origini dei tre “ospedali civili" pescaresi sorti a cavallo dell'unificazione tra il 1920 e il 1934: dall'ospedaletto intitolato a Gabriele D'Annunzio, all'ospedale civile di Castellamare Adriatico nato nel giugno 1920, fino all'attuale presidio inaugurato il 14 agosto 1934 tra via Paolini e via Fonte Romana alla presenza dell'allora ministro dell'Agricoltura Giacomo Acerbo e Arnaldo di Crollanza, ministro dei Lavori Pubblici. Le immagini sono «il gesto d’amore» alla città dell'americano Douglas Warren Anderson, past president del Rotary Pescara ovest, che ha voluto donare all'ospedale cittadino le cinque foto d'epoca che egli stesso ha ricevuto in regalo dai rotariani alla scadenza del suo mandato da presidente, nel 2017.
L'iniziativa "Scatti della memoria" è stata illustrata ieri mattina dal manager Asl Armando Mancini che ha ricostruito con dovizia di particolari l'iter di questa avventura avviata due anni fa su suggerimento di Paolo Albanese, medico legale e pneumologo, accompagnato dalla moglie Francesca Costanzo. L'allestimento, in quello che fino a pochi giorni fa era un «ingresso disadorno», per usare le parole di Mancini che ha fatto ridipingere la piccola stanza che ospita i pannelli di Anderson ( nativo di Mount Pleasant, Iowa, Usa) come ringraziamento alla città che lo ospita da 34 anni dopo aver sposato la pescarese, originaria di Moscufo, Cinzia Tatone. Mancini: «Questo è un gesto d'amore di un americano che vuole mantenere viva la memoria di Pescara» ha attaccato con un pizzico di ironia il direttore generale, «una città aperta, dove chi arriva si trova bene proprio perché non incontra ambienti ostili. Ma una città che ha una scarsa memoria anche per via del fatto che i pescaresi doc sono pochi». Quindi la ricostruzione di un lungo e affascinante percorso storico sull'origine delle strutture sanitarie cittadine. «Poco più di cento anni fa», ha raccontato Mancini «qui non vi era alcuna struttura dedicata alla cura degli infermi: si nasceva e si moriva in casa. C’erano scuole, banche, ferrovie, stazioni, telegrafo, poste, ma non un ospedale. Negli anni Venti, la nostra zona contava circa 30mila abitanti e Castellamare e Pescara erano divise dal fiume, poi unificate nel 1927. Un primo "ospedale civile" nacque in via Trento, attuale via Gramsci, davanti al museo Colonna. Fu inaugurato nel giugno 1920 con un parterre di signore e signori abbigliati con eleganza. Questo edificio, ex casino di caccia del signorotto Panfilo De Leonardis di Spoltore con una porzione a uso delle suore di Sant'Anna, era amministrato dalla congregazione della Carità, si curavano gratis i poveri fino a esaurimento fondi. Ospitava piccoli e arrangiati reparti di Chirurgia generale e addominale, Otorino e sala per la "collassoterapia" per le cure dei malati di tubercolosi. La Congregazione della Carità, con contributi comunali, gestiva anche l'ospedaletto (oggi sede Arta) situato all’angolo tra via Marconi e via Di Vestea con i reparti di Ortopedia, Urologia, Chirurgia d'urgenza, Ostetricia e ginecologia, Medicina e Pediatria, Radiumterapia e radiologia. Tra i luminari che si aggiravano in quelle corsie, Leopoldo Muzii, ex sindaco di Castellamare, e Luigi Pierangeli, fondatore dell'omonima clinica. Nel 1931 la Provincia individuò due fabbricati di proprietà del ragionier Domenico Monzini: l'ex collegio militare estivo dell'Aquila e l'ex stabilimento bacologico (dove si lavorava la seta), già convento di San Giuseppe, come sede dell’attuale ospedale inaugurato nell’agosto il agosto 1934, su progetto di Mario Santacatterina. Direttore del comitato di gestione fu Antonio Mancini, papà del manager, sindaco di Pescara tra il 1956 e il 1963: Presenti, ieri, anche Antonio Caponetti, neo direttore sanitario Asl; Marco D'Agostino, della Kubik studio che ha curato la presentazione dei pannelli, il rotariano Marco Pierotti.