Cgil, attacco no vax su Facebook

6 Novembre 2022

Dopo l’assalto alla sede di via Croce, compaiono rivendicazioni da profili falsi

PESCARA. La Cgil di Pescara ancora nel mirino dei no vax. Dopo le scritte e gli insulti sui muri dei giorni scorsi, nelle ultime ore è stata presa di mira la bacheca Facebook del sindacato, oltre a quelle dei suoi rappresentanti e di alcuni esponenti politici, tra cui il consigliere comunale del Pd Piero Giampietro, che hanno espresso solidarietà. Centinaia di messaggi, tutti contraddistinti dallo stesso simbolo, la doppia V cerchiata, sono comparsi ieri sotto al volantino “CgilAperta - Ci attaccano, ma non ci fermano!”, pubblicato dal sindacato e fatto girare, subito dopo l’assalto alla sede, per annunciare il presidio di due giorni fa in via Benedetto Croce. Messaggi, postati da profili falsi, con questi contenuti: “Una volta gli schiavi nascevano schiavi o venivano presi con la forza, oggi gente libera si consegna alla schiavitù senza saperlo”, e ancora “I nazisti non possono fermare la verità”, “I nazisti spacciano menzogne, ma noi V V scriviamo la verità ovunque”. Nelle bacheche è stato postato anche un video con un comunicato stampa per Cgil, Cisl e Uil, a firma Vivi. Nel comunicato, il gruppo no vax si dice pronto «a sospendere «gli abbellimenti con la verità» delle sedi sindacali se, e solamente se, in una conferenza stampa, pubblicamente, ammetteranno che, richiedendo l’obbligo vaccinale e/o appoggiando direttamente o indirettamente il green pass o il super green pass, si sono resi complici attivi nella grave violazione del diritto al consenso ad un trattamento sanitario di milioni di persone», lasciando anche che «in migliaia subissero danni e morti dai vaccini».
Tutto il materiale pubblicato è al vaglio della Digos, diretta da Dante Cosentino, che sta indagando. Non è la prima volta che i rappresentanti della Cgil, guidati a livello regionale da Carmine Ranieri, ricevono messaggi di contestazione tramite i social. «Sono mesi», spiega il segretario provinciale Luca Ondifero, «che ci riempiono le bacheche e lo abbiamo denunciato. Per noi purtroppo non è più una novità. L’unico elemento nuovo è che ora pongono delle condizioni. Qui le vere vittime del sistema sono loro. Noi ci affidiamo ai canali istituzionali e alla scienza. La nostra risposta a tutto questo, è arrivata subito. Ed è stata la manifestazione per la pace e per il futuro». Occhi puntati da parte degli investigatori sui social, ma non solo. Per capire chi ci sia dietro simbolo e scritte si stanno continuando ad esaminare tutti gli impianti di videosorveglianza, a cercare e sentire testimoni.