Commedia al Circus per sostenere la donazione d’organi 

Lo spettacolo delle Muse si svolgerà venerdì alle 20.30 All’ospedale di Pescara una media di venti donatori l’anno

PESCARA. Una media di 20 donatori di organi all’anno. Un dato che «riesce ad abbassare del 20% le opposizioni al prelievo». Lo ha rivelato Rosamaria Zocaro, direttore della unità operativa complessa di terapia intensiva e anestesiologia dell’ospedale pescarese, nel corso della conferenza stampa, ieri mattina in Comune, di presentazione della commedia dialettale in due atti “Fije, fijastre e fije di bbona mamme” che sarà portato in scena venerdì alle 20,30 al Circus. Lo spettacolo, a cura della compagnia Le Muse con testi di Marina Di Carluccio, ha lo scopo di sensibilizzazione alla donazione degli organi per salvare vite umane.
Il ricavato della serata andrà a sostegno delle attività del gruppo di Pescara dell’Aido, l’Associazione italiana donatori di organi che ha promosso l’iniziativa in collaborazione con il Comune, la Asl, il Centro regionale trapianti e il Csv, Centro servizi per il volontariato.
Nel progetto crede fortemente l’assessore alle Politiche sociali Antonella Allegrino «toccata personalmente» da esperienze familiari di donazioni di organi: «Nel 1988 una cugina di 18 anni che aveva espresso il desiderio di donare gli organi, morì accidentalmente. Venne rispettata la sua volontà e furono donate le cornee. Tre anni dopo, mio padre subì due interventi di trapianto di fegato. Quindi, conosco bene l’angoscia delle famiglie di fronte a tali tragedie».
Il vice sindaco Antonio Blasioli ha annunciato l’attivazione del Registro delle donazioni collegato alle carte di identità elettroniche e formato operatori per dare informazioni ai cittadini». Comunicazione e informazione sono le parole d’ordine dell’Aido, presieduta da Giuseppina Pasetti: «Il gruppo Aido si è ricostituito a marzo delle scorso anno, diffondiamo molto nelle scuole il valore della donazione».
Casto Di Bonaventura, presidente Csv: «In questa iniziativa il dono è abbinato alla festa, al gioco, alla risata, valorizziamo in questo modo la cultura del dono e della gratuità». Giulia D’Eusanio, delle Muse: «Lo spettacolo ha un linguaggio vicino a tutti, riesce a farci raggiungere anche quelle persone che non sempre si avvicinano a determinate realtà».