«Comune, casse dissestate: stipendi e spese a rischio»
Il candidato sindaco del centrosinistra Alessandrini: il crac potrebbe partire già dal mese di luglio, mancano le coperture anche per i cantieri
PESCARA. A rischio, ci sarebbero gli stipendi dei dipendenti comunali, così come tutte le spese correnti. A dirlo sono stati, ieri mattina, il candidato sindaco del centrosinistra, Marco Alessandrini, e il consigliere comunale del Pd, Camillo D’Angelo. La causa, secondo i due esponenti del Partito democratico, starebbe nelle «casse dissestate del Comune», sommerse dai debiti.
Lo hanno denunciato nel corso di una conferenza stampa, durante la quale hanno lanciato l’allarme. Il crack, secondo le analisi di D’Angelo e Alessandrini, potrebbe partire già in luglio e arrivare a novembre; qual lasso di tempo in cui il Comune di Pescara non avrebbe introiti di natura tributaria, l’unica fonte in grado di finanziare le spese correnti, sempre secondo il check up di Alessandrini e di D’Angelo, viste le casse vuote e il debito municipale arrivato ora a 35 milioni di euro. Soldi questi già anticipati, ma da «rimpolpare» in tesoreria. Anzi, l’esposizione debitoria ammonterebbe addirittura a 62 milioni, se ai 35 si aggiungono i 4 milioni di euro da versare ad alcune imprese per lavori già effettuati, e i 23 milioni di spese correnti non pagate (tra questi, 9 milioni da girare ad Attiva, l’azienda che gestisce la nettezza urbana in città; 5 alla Deco, che opera nel settore ambientale e 1 alle spese sociali).
Anche i cantieri tuttora aperti, come quello di corso Vittorio Emanuele (che però non sono a rischio), sempre secondo i due esponenti Pd, sarebbero stati finanziati senza una reale copertura.
Un debito che rimarrebbe alto, hanno precisato, anche se tutti i cittadini, al primo giro di pagamento delle imposte (la Iuc, che comprende Imu, Tari e Tasi), ovvero gli acconti del prossimo mese, pagassero tutti gli acconti dovuti.
Se per le imposte sulle case (16 milioni), per quelle sull’immondizia (15) e sui servizi indivisibili (6), si arriva ad un totale di 37 milioni, «il debito reale», evidenziano Alessandrini e D’Angelo, «è, quindi, di 25 milioni, se sottraiamo appunto i 37 milioni di entrate ai 62 della situazione debitoria generale». A questi, sostengono sempre Alessandrini e D’Angelo, si dovrebbero aggiungere ulteriori 7 milioni, quelli della Tares, l’ex tributo sulla spazzatura, non ancora incassati. «E dire che, nonostante io abbia messo nero su bianco con un’interrogazione a risposta urgente in consiglio comunale», ha spiegato Alessandrini, «il sindaco Mascia non ha dato risposta».
«Ora non ci resta che appellarci ad un audit», ha poi concluso, riferendosi ad un’operazione di verifica dei conti comunali. «In più, sottoporremo tutto alla Corte dei conti. Noi, nel caso andassimo alla guida della città, chiederemo all’Ordine dei commercialisti di indicarci tre tecnici, i quali, insieme coi revisori dei conti, garantiranno la trasparenza».
«Una situazione disastrosa», ha concluso D’Angelo, «certificata dai documenti», dice, mentre mostra delle carte in possesso.
(VdL)
©RIPRODUZIONE RISERVATA