Comune, l’Udc apre la crisi e sfiducia Serraiocco

Il gruppo abbandona il consiglio, salta la delibera per salvare Pescara parcheggi L’amministratore della società Core oggi annuncia le proprie dimissioni

PESCARA. L’Udc ha aperto ufficialmente la crisi politica in Comune. Ieri pomeriggio, il gruppo consiliare ha abbandonato il consiglio comunale creando una frattura profonda all’interno della maggioranza, non più in grado di poter approvare importanti delibere, come quella per la riduzione del canone di Pescara parcheggi. Il capogruppo dei centristi Dogali, prima di uscire dall’aula, ha sfiduciato Serraiocco. «Non rappresenta più l’Udc in giunta», ha detto.

La prima conseguenza di questo strappo è stata il rinvio dell’esame della delibera per il salvataggio di Pescara parcheggi con la riduzione del canone. E oggi, in una conferenza stampa, l’amministratore unico Roberto Core, fedelissimo del leader di Pescara futura Masci, dovrebbe annunciare le sue dimissioni.

Insomma, la maggioranza è nel caos. Il primo atto di forza dell’Udc risale alla scorsa settimana, quando il gruppo consiliare al gran completo ha consegnato una lettera al sindaco per annunciargli l’uscita dalla giunta dei due assessori Udc Vincenzo Serraiocco e Giovanna Porcaro. Azione di forza riuscita solo in parte, perché Serraiocco ha continuato ad essere presente nelle sedute di giunta. La Porcaro, invece, ha seguito le indicazioni del suo partito, ma ieri ha partecipato a una conferenza stampa come assessore.

Da qui, la decisione del gruppo consiliare di inviare una nuova lettera al sindaco per sfiduciare Serraiocco. «Si è riscontrata», si legge, «l’assunzione di comportamenti non in linea con le decisioni assunte. Pertanto, il gruppo consiliare Udc e gli organi locali del partito comunicano che l’assessore Serraiocco non rappresenta l’Udc all’interno della giunta». Ma è stato l’intervento di Dogali, prima di abbandonare l’aula, a sancire la rottura con la maggioranza. «Abbiamo chiesto chiarezza sulla politica economica di questa amministrazione, ma non siamo stati ascoltati», ha affermato, «non vogliamo essere complici di scelte non condivise, come quella per Pescara parcheggi. Con i 765mila euro di riduzione del canone si poteva abbassare di un punto l’Imu. Chiediamo serietà, sobrietà e senso del dovere». La replica di Mascia non si è fatta attendere: «Prendo atto della posizione espressa dalla compagine dell’Udc, non ritengo sia il preludio di una crisi, piuttosto la richiesta di attenzione su quelle che sono le preoccupazioni comuni, non solo dell’amministrazione, ma dell’intero Paese». Intanto, il Pdl si è affrettato a convocare per domani pomeriggio, alle 15,30, un tavolo politico per tentare di ricucire lo strappo dell’Udc. In attesa dell’esito dell’incontro, la posizione di Serraiocco resta congelata. «Al di la delle belle parole dell’Udc sull’economia», si è sfogato l’assessore, «la verità è quella che si vuole far fuori me».

Dall’opposizione, invece, è arrivata la richiesta al sindaco di dimettersi. «Lo strappo che si è consumato in consiglio», ha osservato il capogruppo di Fli Massimiliano Pignoli, «certifica la fine della giunta Mascia. È arrivata l’ora di dare la parola ai cittadini. Presenteremo una mozione di sfiducia». «A distanza di tre anni dalle elezioni», ha commentato il capogruppo Idv Adelchi Sulpizio, «stiamo ancora a discutere dell’ennesima crisi. Il sindaco prenda atto che in consiglio non ha più la maggioranza e si dimetta». Dello stesso avviso il capogruppo Pd Moreno Di Pietrantonio: «Non ci sono più le condizioni per governare la città, mentre Pescara ha bisogno di ripartire».

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