Confindustria: l'economia è ferma, Regione e Governo devono intervenire

Il report sulla congiuntura in Abruzzo: gli imprenditori non investono più, cala la capacità di spesa delle famiglie

La crisi picchia duro. L’Indagine congiunturale e del primo semestre dell'anno e le previsione per i sei mesi successivi, presentate ieri a Pescara da Confindustria Abruzzo con il report sull'industria regionale, evidenziano una situazione di straordinaria difficoltà del sistema economico regionale che continua a non mostrare alcun segnale di effettiva ripartenza dopo anni di profonda crisi che da finanziaria si è trasformata in economica per divenire quindi sociale. Si sono ridotti anche i consumi delle famiglie, un elemento - sottolineano gli industriali - "che non si può immaginare di risolvere solo con l’esportazione, strategia che comunque riguarda solo una parte del tessuto imprenditoriale regionale". La portata della crisi è dimostrata in particolare dagli indicatori relativi al lavoro ed agli investimenti (vedi tabella sopra), due elementi che sono indissolubilmente connessi e che non possono essere gestiti in maniera autonoma.

leggi anche: Mille ore gratis di formazione per gli imprenditori che puntano sull'export L'iniziative del programma «Abruzzo4Export», finanziato con fondi europei per un milione mezzo di euro.
In questo scenario, il rischio di deindustrializzazione del territorio rimane assai elevato. Un'emergenza, secondo Confindustria: "Non è possibile più attendere oltre: il sistema ha bisogno di un vero e proprio shock immediato che consenta la “ripartenza” ed inneschi un circolo virtuoso basato congiuntamente sulla crescita dei consumi – specialmente quelli interni - e della produttività soprattutto attraverso gli investimenti".

Nello specifico, sui chiedono  interventi relativi all’accesso al credito, comprese azioni di finanza complementare quali l’emissione di minibond. "È pertanto assolutamente necessario - dicono da Confindustria - che si realizzi un intervento congiunto e coordinato che coinvolga sia il livello del Governo nazionale che quello regionale. Occorre che il livello politico prenda coscienza della gravità della situazione e decida di intervenire immediatamente usando al meglio le risorse disponibili su tutta una serie di questioni di carattere prioritario, al fine, quanto meno, di ridare fiato alle imprese, quali motore dello sviluppo, e all’economia regionale: semplificazione amministrativa, credito, rapido e corretto utilizzo dei fondi a disposizione, a cominciare da quelli comunitari, infrastrutture e servizi per le imprese, gestione aree industriali, politiche industriali e del territorio".