Cordoma, città spaccata sulle dimissioni

La crisi in Comune, i commenti di cittadini e commercianti tra dispiacere e rabbia
MONTESILVANO. Stupore, rabbia, dispiacere. All'indomani delle dimissioni del sindaco Pasquale Cordoma, sono le reazioni più comuni tra residenti e commercianti. Le dimissioni sono l'argomento del giorno: se ne discute per strada, nei bar, nei negozi. Qualcuno ha appena letto la notizia sulle locandine esposte fuori dalle edicole, altri lo hanno saputo per caso, facendo colazione al bar.
«Non è un bene per Montesilvano che la classe politica cambi di continuo», è il commento più frequente.
«Quando l'ho votato ero convinta che le cose sarebbero cambiate, ma sono rimasta molto delusa», dice la signora Paola che lavora come portiera in uno stabile. «Ricordo che, appena eletto, organizzò un blitz nel ghetto degli extracomunitari in via Verga: fu senza dubbio un'ottima cartolina d'inizio, ma purtroppo era soltanto una vetrina. Una buonissima presentazione che poi, però, si è dissolta nel nulla».
In discussione, sottolinea Paola, «non c'è la sua moralità. Ma le cose, va detto, sono state gestite in modo diverso rispetto a quanto era stato promesso durante la campagna elettorale».
Sfiducia verso il futuro, ma anche assoluta condivisione della scelta di Cordoma: «Sono contenta che si sia dimesso. Avrebbe dovuto farlo molto prima. Ha imbalsamato un'intera amministrazione comunale».
La donna punta il dito anche contro il recente tentativo del sindaco di rinsaldare la maggioranza in un agriturismo: «A noi cittadini non interessano le tavole di politici che pranzano insieme: vorremmo che si pensasse seriamente alle problematiche della città. Nessuno è veramente interessato a risolverle, nonostante Montesilvano abbia tante potenzialità», conclude, «quello che è certo è che non avevamo bisogno di altri scandali».
Parla di «una classe dirigente locale pietosa», invece, il giovane proprietario di un'edicola. «Ho saputo questa mattina delle dimissioni. Il problema non è solo il sindaco. Stimo Cordoma come persona, ma nella maggioranza se ne salvavano ben pochi: quelli che si sono dimessi». Il ragazzo lamenta soprattutto una scarsa attenzione dei politici alle difficoltà di Montesilvano: «la stanno distruggendo. Ci sono strade molto danneggiate che andrebbero ricostruite, abbiamo problemi di traffico. Per non parlare del pontile di legno sulla riviera: è così da mesi. Che ci voleva a sostituire qualche asse rotta?».
«Pentita di averlo votato». È la voce che arriva da Baby Shoes, il negozio di calzature per bambini di corso Strasburgo. L'inaugurazione del tratto di strada che mette in collegamento via Inghilterra con viale Aldo Moro è ancora fresca, ma già criticata. Il prolungamento parte dal corso e arriva fino al lungomare ed è nato con l'obiettivo di diventare un'arteria di collegamento importante per la città.
«Eravamo convinti che questa nuova strada ci avrebbe aiutati, invece il senso unico ci ha penalizzato, perché le macchine non passano davanti al negozio», spiega la titolare. «La zona è invasa dal degrado, dovrebbe essere valorizzata. Lavoriamo soltanto due mesi l'anno,d'estate. Corso Strasburgo non è una strada molto frequentata: perché dovrebbero venire a comprare le scarpe in un posto tenuto così male?».
Contestata soprattutto la decisione di aver dato la priorità alla sistemazione di un tratto di strada che porta al mare «perché lì verranno costruiti palazzi», piuttosto che mettere in collegamento il corso con zone più centrali. «Corso Strasburgo è abbandonato nel degrado».
«I politici sono tutti uguali», commenta un cameriere che lavora in uno dei bar della riviera. «Sono rimasto molto sorpreso. Cordoma avrà avuto le sue buoni ragioni per andarsene. Ma di una cosa sono sicuro: non si dovrebbe proprio più andare a votare».
Si respirano molta indifferenza e tante critiche, ma c'è stato anche chi ha difeso le opere realizzate durante i tre anni di Cordoma da sindaco, come Antonio Ciuffi, della panetteria La Spiga di corso Strasburgo. «Non mi aspettavo proprio che se ne andasse. Il mio giudizio è positivo: stava lavorando bene», chiarisce. «Mi piaceva molto come persona, era sempre disponibile. Mi dispiace che sia andato via, le ha fatte le cose buone».
Sorpreso dalla scelta di Cordoma anche Roberto Salinelli, che lavora in un negozio di frutta: «Sono dispiaciuto. Era un sindaco che si stava dando da fare».
«Non è un bene per Montesilvano che la classe politica cambi di continuo», è il commento più frequente.
«Quando l'ho votato ero convinta che le cose sarebbero cambiate, ma sono rimasta molto delusa», dice la signora Paola che lavora come portiera in uno stabile. «Ricordo che, appena eletto, organizzò un blitz nel ghetto degli extracomunitari in via Verga: fu senza dubbio un'ottima cartolina d'inizio, ma purtroppo era soltanto una vetrina. Una buonissima presentazione che poi, però, si è dissolta nel nulla».
In discussione, sottolinea Paola, «non c'è la sua moralità. Ma le cose, va detto, sono state gestite in modo diverso rispetto a quanto era stato promesso durante la campagna elettorale».
Sfiducia verso il futuro, ma anche assoluta condivisione della scelta di Cordoma: «Sono contenta che si sia dimesso. Avrebbe dovuto farlo molto prima. Ha imbalsamato un'intera amministrazione comunale».
La donna punta il dito anche contro il recente tentativo del sindaco di rinsaldare la maggioranza in un agriturismo: «A noi cittadini non interessano le tavole di politici che pranzano insieme: vorremmo che si pensasse seriamente alle problematiche della città. Nessuno è veramente interessato a risolverle, nonostante Montesilvano abbia tante potenzialità», conclude, «quello che è certo è che non avevamo bisogno di altri scandali».
Parla di «una classe dirigente locale pietosa», invece, il giovane proprietario di un'edicola. «Ho saputo questa mattina delle dimissioni. Il problema non è solo il sindaco. Stimo Cordoma come persona, ma nella maggioranza se ne salvavano ben pochi: quelli che si sono dimessi». Il ragazzo lamenta soprattutto una scarsa attenzione dei politici alle difficoltà di Montesilvano: «la stanno distruggendo. Ci sono strade molto danneggiate che andrebbero ricostruite, abbiamo problemi di traffico. Per non parlare del pontile di legno sulla riviera: è così da mesi. Che ci voleva a sostituire qualche asse rotta?».
«Pentita di averlo votato». È la voce che arriva da Baby Shoes, il negozio di calzature per bambini di corso Strasburgo. L'inaugurazione del tratto di strada che mette in collegamento via Inghilterra con viale Aldo Moro è ancora fresca, ma già criticata. Il prolungamento parte dal corso e arriva fino al lungomare ed è nato con l'obiettivo di diventare un'arteria di collegamento importante per la città.
«Eravamo convinti che questa nuova strada ci avrebbe aiutati, invece il senso unico ci ha penalizzato, perché le macchine non passano davanti al negozio», spiega la titolare. «La zona è invasa dal degrado, dovrebbe essere valorizzata. Lavoriamo soltanto due mesi l'anno,d'estate. Corso Strasburgo non è una strada molto frequentata: perché dovrebbero venire a comprare le scarpe in un posto tenuto così male?».
Contestata soprattutto la decisione di aver dato la priorità alla sistemazione di un tratto di strada che porta al mare «perché lì verranno costruiti palazzi», piuttosto che mettere in collegamento il corso con zone più centrali. «Corso Strasburgo è abbandonato nel degrado».
«I politici sono tutti uguali», commenta un cameriere che lavora in uno dei bar della riviera. «Sono rimasto molto sorpreso. Cordoma avrà avuto le sue buoni ragioni per andarsene. Ma di una cosa sono sicuro: non si dovrebbe proprio più andare a votare».
Si respirano molta indifferenza e tante critiche, ma c'è stato anche chi ha difeso le opere realizzate durante i tre anni di Cordoma da sindaco, come Antonio Ciuffi, della panetteria La Spiga di corso Strasburgo. «Non mi aspettavo proprio che se ne andasse. Il mio giudizio è positivo: stava lavorando bene», chiarisce. «Mi piaceva molto come persona, era sempre disponibile. Mi dispiace che sia andato via, le ha fatte le cose buone».
Sorpreso dalla scelta di Cordoma anche Roberto Salinelli, che lavora in un negozio di frutta: «Sono dispiaciuto. Era un sindaco che si stava dando da fare».
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