Corpo ritrovato sulla spiaggia di Fano, arriva la conferma: è Ugo Coppola

3 Ottobre 2025

La mareggiata restituisce il corpo nelle Marche, l’allarme lanciato da un bagnino. Sotto sequestro anche l’attrezzatura

PESCARA. Dopo 49 giorni il mare ha restituito il corpo del sub pescarese Ugo Coppola, il 54enne che lo scorso 13 agosto si era immerso con un gruppo organizzato nelle acque del Relitto del Paguro, al largo di Porto Corsini a Ravenna. A circa 85 chilometri di distanza in linea d’aria dal Relitto, 42,7 miglia marine, la mareggiata della scorsa notte e i forti venti hanno aiutato il corpo ad avvicinarsi alla riva di Ponte Sasso, a Fano. Ieri mattina, intorno alle 8, il ritrovamento lungo la spiaggia da parte di un dipendente dell’hotel Imperial di Ponte Sasso, un bagnino che stava ritirando gli ombrelloni. Per i soccorritori fin da subito ci sono stati pochi dubbi ed è stato accertato che si trattava del sub pescarese. Ancora con indosso la muta stagna e tutta l’attrezzatura, tra cui la bombola, che indossava la mattina dell’immersione. Ed è proprio la muta stagna, che ripara il corpo dall’acqua, ad aver conservato in buone condizioni il corpo del 54enne. Aspetto importante per l’autopsia da cui si saprà se Ugo Coppola abbia accusato un malore durante l’attività. Sotto sequestro anche l’attrezzatura che il sub indossava: sarà ispezionata da un tecnico e gli accertamenti diranno se qualcosa sia andato storto o se ci siano stati eventuali malfunzionamenti. E questo potrebbe aprire ulteriori scenari in un’inchiesta che vede più di due persone iscritte nel registro degli indagati con accuse pesantissime (leggi l’articolo in basso).

IL RITROVAMENTO  Intorno alle 8 il bagnino dell’hotel della spiaggia di Ponte Sasso ha dato l’allarme, dopo aver notato «una sagoma scura» riversa nell’acqua, a pochi metri dalla riva. Immediato l’arrivo dei militari dell’Ufficio marittimo di Marotta della Capitaneria, i sanitari del 118 e i vigili del fuoco. È bastato poco per capire che si trattava del sub disperso sulle coste del Ravennate lo scorso 13 agosto. Coppola aveva ancora indosso la muta stagna di colore nero usata nell’immersione e l’attrezzatura necessaria, tra cui la bombola di ossigeno.

LA FAMIGLIA  Appena un’ora dopo, alle 9, la famiglia di Coppola era già stata informata del ritrovamento. Un momento di dolore che ha poi lasciato spazio al conforto di avere, dopo 49 giorni di angoscia, una notizia su dove si trovasse il corpo del loro caro. La famiglia, assistita dall’avvocato Domenico Ciancarelli, si è da subito messa in contatto con i soccorritori di Rimini che da mesi hanno lavorato alle ricerche del sub. Ma le speranze di ritrovarlo vivo si erano spente nel giro di pochi giorni. E così quella di ieri è stata per loro la prima notizia di Coppola dopo oltre un mese di sofferenze.

L’AUTOPSIA  Dopo gli accertamenti, il corpo è stato trasportato all’obitorio dell’ospedale di Fano dove il prossimo 13 ottobre verrà eseguita l’autopsia. Da qui la verità su cosa sia accaduto a Coppola, che da certificati medici soffriva di cuore e diabete. Sotto sequestro anche le attrezzature che verranno esaminate da un tecnico nominato dalla Procura. Se risultasse qualcosa di anomalo nella strumentazione si potrebbero aprire altri scenari. Nei prossimi giorni toccherà invece ai parenti più stretti il riconoscimento cadaverico. Il momento più difficile in una vicenda che ha tenuto il fiato sospeso per oltre un mese.