Covid, un dolore di tre anni L’Abruzzo ricorda i suoi morti
Il bilancio sfiora le 4mila vittime. Marsilio: «Un pensiero di vicinanza alle famiglie»
L’AQUILA. È il giorno del ricordo. Di volti e nomi portati via dal Covid, famiglie in lutto, anziani morti in terapia intensiva o nelle case di riposo, senza aver riabbracciato figli e nipoti. È il giorno del dolore per i tanti giovani strappati via nel fiore della vita, da una pandemia che non ha risparmiato nessuno: neppure medici e infermieri, in prima linea per sconfiggere il virus. Anche l'Abruzzo fa la conta delle vittime, 3.941. Numeri di una guerra silente, combattuta tra mascherine e respiratori, dietro i vetri della rianimazione, nelle corsie di ospedale.
Il 18 marzo non è stato scelto a caso: la data della Giornata nazionale in memoria delle vittime del Coronavirus è stata identificata dal governo nello stesso giorno in cui i camion dell’Esercito contribuirono alla rimozione delle centinaia di bare depositate nel cimitero monumentale di Bergamo. Era il 2020. Indelebile, nella memoria collettiva, l’immagine della lunga colonna dei mezzi militari in fila nel buio della città. Oggi come allora, l’Abruzzo piange e ricorda i suoi morti. Ogni paese, ogni città ha pagato il suo tributo.
TRE ANNI DI COVID
«A tre anni da quando il Covid è arrivato nel nostro Paese celebriamo la giornata del ricordo delle vittime», ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, «una pandemia che ha lasciato dolore in tante famiglie, a cui va il mio pensiero, ma che ci ha preparato ad affrontare momenti drammatici. L’esperienza maturata ci deve essere di insegnamento per il futuro, sperando di non dover più convivere con epidemie così violente».
Il bilancio di tre anni di Covid in Abruzzo segna numeri davvero importanti: alle 3.941 vittime si sommano i 652.773 contagiati, di cui 37.432 reinfezioni. I più colpiti sono stati i 47enni con 10.799 contagiati, mentre il maggior numero di vittime si è registrato tra gli 87enni, ben 198. Sono stati invece 16.626i ricoveri complessivi di cui 1.385 in intensiva. E ancora, 459 i ricoveri di 83enni, il numero più alto, mentre sono 66 i 69enni finiti in terapia intensiva.
VITTIME ABRUZZESI
La notte tra il 4 e 5 marzo del 2020 un malore improvviso ha strappato alla vita Maurizio Mascitti, 58 anni, noto barista di Villa Caldari. L’inizio di un dramma: Maurizio è stata la prima vittima del Coronavirus in Abruzzo. Poi, un lungo elenco, che tocca l’intera regione, con un luogo simbolo, nella prima ondata pandemica: Castiglione Messer Raimondo.
Ma ogni città ha avuto il suo lutto. Molti erano personaggi noti: a Pescara ha perso la vita a causa del Covid Mimmo Grosso, storico leader della marineria cittadina. Pescaresi erano anche Antonello Bianco, rappresentante di varie aziende del circuito Acqua&Sapone, l’ingegnere Lino Prezioso, Valentino Di Bartolomeo, ex capo della polizia penitenziaria, e Roberto D’Atri, 59 anni, tecnico della Rai. Francesco Di Berardino, di Scafa, è stato il primo infermiere morto di Covid.
Chieti ha perso Franco Cuccurullo, 77 anni, ex rettore dell’università d’Annunzio, Paolo Ciammaichella, 84 anni, avvocato, politico e scrittore. Il Covid ha ucciso anche Enrico Obletter, 62 anni, teatino, allenatore della nazionale femminile di softball. A Lanciano una delle vittime è Gennaro Spinelli, 84 anni, tra gli ultimi testimoni del Samudaripen, lo sterminio dei popoli Rom e Sinti ad opera dei nazisti.
La prima vittima di Sulmona è stata Gino Fasoli, medico in pensione morto a Brescia, dove era tornato per dare una mano ai colleghi nell’emergenza. Tra le vittime illustri del Covid Franco Marini, 87 anni, originario di San Pio delle Camere, ex presidente del Senato, Carlo Di Giambattista, ex rugbista dell’Aquila, e Marcello Rocchi, generale alpini L’Aquila. L’ex primario Giancarlo Cipriani è morto nella Rianimazione dell’ospedale di Sulmona che egli stesso aveva diretto fino a qualche anno fa.
A Teramo il Coronavirus ha portato via noti professionisti come l’avvocato Mariano Franchi, 77 anni, e il commercialista Remo Noli, appena 40enne. Colpito anche lo sport: a 82 anni è morto Vigliam Martegiani di Montorio, ex calciatore di Teramo, Samb, Chieti e L’Aquila. Il rosetano Giuseppe Celommi, storico istruttore di nuoto e presidente della Rosetana nuoto è morto a 64 anni. Il mondo della cultura ha dovuto rinunciare allo storico Giuliano Rasicci, 84 anni di Tortoreto, e a Manlio Patriarca, 87 anni, linguista e scrittore di Montorio, direttore della corale Beretra.
NUOVA IMPENNATA
E proprio ora il virus sembra aver ripreso la sua corsa, con un nuovo aumento dei casi dopo settimane di caduta libera. Sono 547, di cui 174 reinfezioni, secondo il report settimanale dell’assessorato alla Salute, i casi positivi al Covid registrati tra l’11 e il 17 marzo in Abruzzo, che portano il totale dall’inizio dell’emergenza a 652.773 casi, di cui 37.432 reinfezioni. La settimana precedente i nuovi contagi di Covid accertati erano stati 457. Sono invece 9.646 gli attualmente positivi in Abruzzo: di questi, 63 pazienti sono ricoverati in ospedale in area medica (6 in meno rispetto a venerdì scorso, mentre resta invariato il numero dei pazienti in terapia intensiva, che sono 2. Del totale dei casi positivi, 131.900 sono in provincia dell’Aquila, 187.772 a Chieti, 155.854 in provincia di Pescara e 154.918 a Teramo.
NON È FINITA
«In Italia si rimuove facilmente. Non mi piaceva quando medici e infermieri venivano chiamati eroi», dice Alessandro Grimaldi, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell'Aquila, «ma da eroi, siamo stati presto dimenticati». Quanto all'andamento della malattia, Grimaldi ritiene il rialzo dei contagi «un problema, che può mietere vittime tra anziani, fragili e non vaccinati, le categorie più a rischio. I contagi hanno un andamento sinusoidale: una parte importante della popolazione ha un'immunità ibrida, da contagio e da vaccino. E questo consente di affrontare con minori rischi il Covid. Ma se è stata abbattuta con i vaccini di molto la letalità, non si può dire lo stesso per il contagio». A preoccupare è anche il Long Covid con sintomi, anche importanti, che si trascinano per mesi: difficoltà respiratorie, astenia, aritmie e problemi neurologici.
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Il 18 marzo non è stato scelto a caso: la data della Giornata nazionale in memoria delle vittime del Coronavirus è stata identificata dal governo nello stesso giorno in cui i camion dell’Esercito contribuirono alla rimozione delle centinaia di bare depositate nel cimitero monumentale di Bergamo. Era il 2020. Indelebile, nella memoria collettiva, l’immagine della lunga colonna dei mezzi militari in fila nel buio della città. Oggi come allora, l’Abruzzo piange e ricorda i suoi morti. Ogni paese, ogni città ha pagato il suo tributo.
TRE ANNI DI COVID
«A tre anni da quando il Covid è arrivato nel nostro Paese celebriamo la giornata del ricordo delle vittime», ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, «una pandemia che ha lasciato dolore in tante famiglie, a cui va il mio pensiero, ma che ci ha preparato ad affrontare momenti drammatici. L’esperienza maturata ci deve essere di insegnamento per il futuro, sperando di non dover più convivere con epidemie così violente».
Il bilancio di tre anni di Covid in Abruzzo segna numeri davvero importanti: alle 3.941 vittime si sommano i 652.773 contagiati, di cui 37.432 reinfezioni. I più colpiti sono stati i 47enni con 10.799 contagiati, mentre il maggior numero di vittime si è registrato tra gli 87enni, ben 198. Sono stati invece 16.626i ricoveri complessivi di cui 1.385 in intensiva. E ancora, 459 i ricoveri di 83enni, il numero più alto, mentre sono 66 i 69enni finiti in terapia intensiva.
VITTIME ABRUZZESI
La notte tra il 4 e 5 marzo del 2020 un malore improvviso ha strappato alla vita Maurizio Mascitti, 58 anni, noto barista di Villa Caldari. L’inizio di un dramma: Maurizio è stata la prima vittima del Coronavirus in Abruzzo. Poi, un lungo elenco, che tocca l’intera regione, con un luogo simbolo, nella prima ondata pandemica: Castiglione Messer Raimondo.
Ma ogni città ha avuto il suo lutto. Molti erano personaggi noti: a Pescara ha perso la vita a causa del Covid Mimmo Grosso, storico leader della marineria cittadina. Pescaresi erano anche Antonello Bianco, rappresentante di varie aziende del circuito Acqua&Sapone, l’ingegnere Lino Prezioso, Valentino Di Bartolomeo, ex capo della polizia penitenziaria, e Roberto D’Atri, 59 anni, tecnico della Rai. Francesco Di Berardino, di Scafa, è stato il primo infermiere morto di Covid.
Chieti ha perso Franco Cuccurullo, 77 anni, ex rettore dell’università d’Annunzio, Paolo Ciammaichella, 84 anni, avvocato, politico e scrittore. Il Covid ha ucciso anche Enrico Obletter, 62 anni, teatino, allenatore della nazionale femminile di softball. A Lanciano una delle vittime è Gennaro Spinelli, 84 anni, tra gli ultimi testimoni del Samudaripen, lo sterminio dei popoli Rom e Sinti ad opera dei nazisti.
La prima vittima di Sulmona è stata Gino Fasoli, medico in pensione morto a Brescia, dove era tornato per dare una mano ai colleghi nell’emergenza. Tra le vittime illustri del Covid Franco Marini, 87 anni, originario di San Pio delle Camere, ex presidente del Senato, Carlo Di Giambattista, ex rugbista dell’Aquila, e Marcello Rocchi, generale alpini L’Aquila. L’ex primario Giancarlo Cipriani è morto nella Rianimazione dell’ospedale di Sulmona che egli stesso aveva diretto fino a qualche anno fa.
A Teramo il Coronavirus ha portato via noti professionisti come l’avvocato Mariano Franchi, 77 anni, e il commercialista Remo Noli, appena 40enne. Colpito anche lo sport: a 82 anni è morto Vigliam Martegiani di Montorio, ex calciatore di Teramo, Samb, Chieti e L’Aquila. Il rosetano Giuseppe Celommi, storico istruttore di nuoto e presidente della Rosetana nuoto è morto a 64 anni. Il mondo della cultura ha dovuto rinunciare allo storico Giuliano Rasicci, 84 anni di Tortoreto, e a Manlio Patriarca, 87 anni, linguista e scrittore di Montorio, direttore della corale Beretra.
NUOVA IMPENNATA
E proprio ora il virus sembra aver ripreso la sua corsa, con un nuovo aumento dei casi dopo settimane di caduta libera. Sono 547, di cui 174 reinfezioni, secondo il report settimanale dell’assessorato alla Salute, i casi positivi al Covid registrati tra l’11 e il 17 marzo in Abruzzo, che portano il totale dall’inizio dell’emergenza a 652.773 casi, di cui 37.432 reinfezioni. La settimana precedente i nuovi contagi di Covid accertati erano stati 457. Sono invece 9.646 gli attualmente positivi in Abruzzo: di questi, 63 pazienti sono ricoverati in ospedale in area medica (6 in meno rispetto a venerdì scorso, mentre resta invariato il numero dei pazienti in terapia intensiva, che sono 2. Del totale dei casi positivi, 131.900 sono in provincia dell’Aquila, 187.772 a Chieti, 155.854 in provincia di Pescara e 154.918 a Teramo.
NON È FINITA
«In Italia si rimuove facilmente. Non mi piaceva quando medici e infermieri venivano chiamati eroi», dice Alessandro Grimaldi, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell'Aquila, «ma da eroi, siamo stati presto dimenticati». Quanto all'andamento della malattia, Grimaldi ritiene il rialzo dei contagi «un problema, che può mietere vittime tra anziani, fragili e non vaccinati, le categorie più a rischio. I contagi hanno un andamento sinusoidale: una parte importante della popolazione ha un'immunità ibrida, da contagio e da vaccino. E questo consente di affrontare con minori rischi il Covid. Ma se è stata abbattuta con i vaccini di molto la letalità, non si può dire lo stesso per il contagio». A preoccupare è anche il Long Covid con sintomi, anche importanti, che si trascinano per mesi: difficoltà respiratorie, astenia, aritmie e problemi neurologici.
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