DIETRO LA TRAGEDIA DI UN POVERO PADRE

"C'è stato un delitto". Quando arrivano notizie come queste, le redazioni dei giornali entrano in fibrillazione: dov'è successo, chi è stato, l'hanno preso...? Le domande si susseguono, per cercare di ricostruire la dinamica del fattaccio. Ma mercoledì i cronisti del 'Centro' si sono trovati di fronte a un omicidio del tutto particolare, se possibile una tragedia ancora più terribile di quanto non sia, comunque, ogni assassinio: a Popoli un figlio quarantenne aveva ammazzato il padre, l'uomo che ogni giorno con una pazienza infinita si prendeva cura di lui e dei suoi problemi fisici e psichici. Non ho difficoltà a dire che mi sono venute le lacrime agli occhi nel leggere di questo padre-eroe: Angelo, così si chiamava, non è morto subito, ha fatto a tempo a raccomandare a una figlia di prendersi cura di quel disgraziato ragazzo che lo aveva appena accoltellato a morte e con cui viveva praticamente in simbiosi. Di più: per non gravare su chi resta, Angelo aveva persino pagato in anticipo il suo funerale. Un padre meraviglioso, il cui ricordo sarà sicuramente onorato da un paese civile come Popoli.

Ho voluto citare questa terribile vicenda perché credo che sia giusto, soprattutto in queste giornate di festa, ricordarci delle tante persone che, senza chiedere nulla in cambio, sacrificano la loro vita per assistere una persona cara. Davanti al dolore non c'è Natale, non c'è Pasqua nè Ferragosto: se in casa hai un figlio problematico, un genitore acciaccato dall'età, un marito segnato dalla malattia o altro, non puoi smontare mai. In Abruzzo si calcola che siano circa centomila le persone che hanno bisogno di un'assistenza continua e molti di noi conoscono per esperienza diretta, magari della porta accanto, situazioni come queste. Le strutture pubbliche, afflitte da problemi di bilancio sempre più drammatici, ogni anno arretrano, smantellando quel servizio o quel trasporto che nel bilancio di una Asl sono solo un numero, ma spesso sono un raggio di luce nella disperazione di una famiglia afflitta da un congiunto ammalato. Ebbene: io credo che la civiltà di una nazione non si misuri solo con il metro economico del Prodotto interno lordo, il famigerato Pil. Ci sono altre unità di misura, ancora più importanti, e una di queste è sicuramente la capacità dei suoi cittadini di essere solidali con chi si ritrova, sempre più solo, ad affrontare tragedie troppo grandi per una persona sola. Fortunatamente, mentre le strutture pubbliche arretrano, avanzano legioni di meravigliosi volontari che, anche in Abruzzo, dedicano tempo prezioso a chi ha bisogno. Meritano il grazie di tutti, così come quel povero padre merita un ultimo omaggio commosso.

Buona domenica. E buon Ferragosto.