«Dj-D'Amario dice no a Buzzicone-Castiglione»

Inchiesta lavori gonfiati, nelle intercettazioni i soprannomi del manager e dell'assessore

PESCARA. Un incontro alle 8 di mattina tra l'assessore regionale Pdl Alfredo Castiglione, detto «Buzzicone», e il direttore generale della Asl di Pescara Claudio D'Amario, «Dj», per discutere di un appalto dell'ospedale lievitato da 2,3 a 7 milioni di euro. A rivelarlo è un'intercettazione telefonica.

Sono le 8 del 12 gennaio 2010 e s'incontrano l'assessore regionale Pdl Alfredo Castiglione e il direttore generale della Asl Claudio D'Amario: un faccia a faccia per parlare dell'appalto del polo Materno-infantile, finito al centro di un'inchiesta giudiziaria. Non sono indagati Castiglione e D'Amario: sono cinque le richieste di rinvio a giudizio firmate dal pm Gennaro Varone a carico dell'imprenditore della ditta Cre e del collaboratore Giacomo Piscitelli, degli architetti Alfonso Colliva e Damiana Bugiani e dell'ex funzionario Asl Franco D'Intino, accusati, a vario titolo, di corruzione, truffa e falso.

Secondo un rapporto della polizia, il 12 gennaio di due anni fa, D'Amario è pronto a revocare l'incarico ai progettisti vicini a Castiglione e, per questo, l'assessore interviene. E lo fa nello stesso giorno in cui, alle 15,30, è convocata una riunione tecnica alla Asl proprio sull'appalto. A raccontarlo sono Renzo Lauriti, marito di Bugiani, non indagato, e Colliva in una telefonata intercettata poco più di tre ore dopo il vertice.

Lauriti: «Io sono uscito adesso da Buzzicone (Alfredo Castiglione) il quale stamattina alle otto ha visto il Dj (direttore generale)...».
Colliva: «Sì».
Lauriti: «Gli ha riportato il messaggio che io gli avevo lasciato».
Colliva: «Sì».
Lauriti: «Eh, la risposta... anche un po' risentita di Alfredo che gli ha dato il Dj...».
Colliva: «Eh».
Lauriti: «È stata la seguente, dice: "So io quello che devo fare, non mi pressare. Io, nella fattispecie, non mi pressare, so io quello che devo fare, so che sono persone di fiducia, lascia perdere"...».

L'incontro tra Castiglione e D'Amario si chiude con un «rifiuto» del manager Asl: perché? Questa la risposta della polizia: «Evidentemente, il direttore generale non poteva soddisfare le richieste di Lauriti sentendosi al centro di un'inchiesta alla quale gli stessi indagati avevano fatto più volte riferimento. In effetti, in altre circostanze, D'Amario non aveva avuto difficoltà a soddisfare le richieste di Lauriti e Colliva ai quali venivano affidati incarichi ben retribuiti facendo in modo che tali incarichi venissero tolti ad altri professionisti».

Ma perché Lauriti, «attraverso» Castiglione, si permette di fare pressioni su D'Amario? La polizia dice: «Considerando la reazione di Lauriti rispetto al netto rifiuto di D'Amario, appare verosimile ritenere che la natura del rapporto instaurato aveva autorizzato Lauriti a tentare di condizionare la decisione che sarebbe stata assunta nella riunione del 12 gennaio 2010».

«Non mi pressare, so io quello che devo fare», queste le parole di D'Amario in base al racconto di Lauriti. Una dichiarazione che, per la Mobile, si regge proprio sulla fuga di notizie: «Appariva sin troppo evidente che vi era stata una fuga di notizie circa l'esistenza di un'inchiesta la cui notizia veniva certamente veicolata dal direttore generale Asl nella riunione che si era tenuta nel pomeriggio del 9 dicembre 2009 nel proprio ufficio e alla quale avevano preso parte Bugiani e Colliva».

 

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