Doping con i farmaci per cani e gatti

Culturista ai domiciliari per ricette false: i moduli rubati a un veterinario di Città Sant’Angelo e intestati a una persona inesistente

MONTESILVANO. Ricette rubate in un ambulatorio veterinario di Città Sant’Angelo e usate per comprare farmaci per cani e gatti, come lo Stargate, che hanno una controindicazione: se usati dalle persone, queste medicine per animali a base di steroidi provocano lo sviluppo della massa muscolare. Ma più che un effetto collaterale, l’aumento della massa è l’obiettivo dichiarato degli appassionati di palestra che giocano sporco. Per questo, un residente di Montesilvano, Fabio Leone, 34 anni, è stato arrestato, ai domiciliari, dai carabinieri del Nas di Pescara. Non è la prima volta che Leone è coinvolto in indagini sulle sostanze dopanti: è successo anche nel 2011 e quel caso delle ricette per farmaci dopanti consegnate dai parenti è ancora al centro di un processo in attesa della sentenza. Ai carabinieri del Nas, guidati dal comandante Domenico Candelli, Leone ha consegnato anche una confezione di fiale tenuta in casa.

L’inchiesta, coordinata dal pm Andrea Papalia, gira intorno a un ricettario in bianco sparito dall’ambulatorio veterinario. Come non si sa ancora, ma almeno 8 di quelle ricette sono finite a Leone che, presentandosi in due farmacie di Montesilvano, una in via Verrotti e l’altra in via Vestina, ha acquistato i medicinali, lo Stargate, la Rubrocillina e lidocaina in polvere. In base all’accusa, però, sulla ricetta è stato scritto «un nominativo di fantasia», tale Fabrizio Di Giorgio che, in base ai controlli dei Nas, «non è una persona censita nell’anagrafe canina» e non esiste.

L’accusa a carico di Leone è ricettazione e falsificazione di ricette mediche: «Il farmaco indicato», scrive il gip Nicola Colantonio sull’ordinanza di arresto ai domiciliari, «è un anabolizzante normalmente usato per cani e gatti e le ricette indicate, stranamente, non presentavano il timbro del medico veterinario che le aveva emesse». I carabinieri del Nas, controllando i beneficiari dei farmaci speciali, hanno chiesto ai farmacisti di Montesilvano chi avesse acquistato quei medicinali per animali: una dipendente di una delle farmacie ha descritto quel cliente abituale «di circa quarant’anni, alto circa un metro e 85, struttura fisica palestrata, di carnagione scura e con capelli scuri». Stesso identikit nella seconda farmacia. Poi, a incastrare Leone sono stati anche i filmati delle telecamere delle farmacie: «La visione dei fotogrammi», dice il gip, «permetteva ai carabinieri di riscontrare che, effettivamente, l’uomo che si era presentato al banco della farmacia per ordinare il farmaco era Leone».

In base al capo di imputazione contestato, Leone è accusato di voler «trarre profitto» dai farmaci dopanti: «L’indagato», afferma l’ordinanza, «mostra furbizia avendo architettato di ottenere facili guadagni con l’acquisizione di farmaci anabolizzanti, certamente ricercati nel mercato clandestino».

Secondo il gip, la sintesi dell’indagine è questa: «Leone, dopo aver ricevuto da un ignoto malfattore le ricette rubate dall’ambulatorio veterinario, provvedeva alla loro falsificazione e contraffazione con la falsa apposizione di indicazione di farmaci per animali e si recava nelle due farmacie per l’acquisto».

Ma Leone, difeso dall’avvocato Luca Sarodi, non è soltanto un frequentatore di palestra con un fisico muscoloso: è anche un allevatore di cani di grossi taglia, come pittbull e american straffordshire. Per questo, i farmaci, oltre che per uso personale, sarebbero potuti servire davvero per curare gli animali. Inoltre, sottolinea la difesa, che Leone non è andato in farmacie lontano da casa e mai visitate prima ma, senza nascondersi, si è rivolto nei soliti punti vendita frequentati. Infatti, in un caso, insieme ai farmaci per animali ha acquistato anche «prodotti per l’infanzia».

Leone sarà interrogato prima di Natale e, soltanto in quella sede, si saprà quale è la sua linea difensiva.

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