Dragaggio bloccato, è emergenza

Lo scavo non riparte, Albore Mascia: «Pronto a denunciare la ditta»
PESCARA. «L'emergenza dragaggio continua ad assumere aspetti grotteschi». Protesta il sindaco Albore Mascia davanti alla draga che, neanche ieri, ha ripreso a raschiare i fanghi dal porto canale. L'impresa Nicolaj rischia una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Il fondale basso resta un'emergenza ma, ieri, la draga non ha mollato gli ormeggi facendo registrare un altro stop inaspettato: dopo l'imprevisto blocco di sabato per l'arrivo di una nave, la Tigullio, impegnata a scaricare carburante nei serbatoi del gruppo di Sabatino Di Properzio, la ripresa del dragaggio è saltata anche ieri. Un blocco inatteso che ha riacceso la rabbia della marineria. La protesta della categoria, già sull'orlo di una crisi di nervi per la paralisi del porto con le barche esposte al rischio di restare incagliate, è stata immediata e dal Comune è partito un telegramma.
LA DENUNCIA ALLA DITTA «Ho spedito un telegramma per intimare all'impresa Nicolaj l'immediata ripresa dei lavori di escavazione dei fondali del porto», dichiara il sindaco Luigi Albore Mascia, «annunciando, in caso contrario, una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Ritengo l'interruzione ingiustificata e inaccettabile da parte di un'impresa che, dopo aver accettato il nuovo appalto dal Provveditorato alle opere pubbliche, sa della necessità di garantire l'opera. Entro oggi cercheremo di individuare la misura amministrativa più adeguata da intraprendere per sbloccare la situazione che ha assunto aspetti grotteschi».
I CONTI DELL'EMERGENZA Se è il sindaco a parlare di una beffa, l'emergenza si dilata. Con la prima fase del dragaggio sono stati raschiati appena duemila metri cubi di materiale; con la seconda ripartita giovedì scorso l'obiettivo è portarne via settemila ma dopo due giorni di lavori la draga si è fermata già. Secondo una stima del commissario al dragaggio Adriano Goio, il porto ha bisogno di un intervento tra ottanta e centomila metri cubi di fanghi da rimuovere. A fronte di questi grandi numeri, è la matematica a mettere a repentaglio l'estate, compresa la cancellazione del collegamento con la Croazia assicurato dal catamarano Pescara jet della Snav: se la draga porta via circa 1.200 metri cubi di materiale al giorno, serviranno tre mesi di lavori ininterrotti per completare l'opera.
TERZA FASE A RISCHIO Ma non è così semplice: dopo la fine dello scavo dei settemila metri cubi già avviato, servirà un altro mese di tempo per ottenere il via libera alla terza fase del dragaggio. Il pericolo di arrivare a estate inoltrata con la draga schierata all'ingresso del porto c'è tutto. «Non intendiamo attendere oltre», spiega Albore Mascia, «la situazione è intollerabile e rischia di degenerare in poche ore in un'altra protesta dei pescatori». Ma Albore Mascia alza le mani e assicura che il Comune non può fare di più che intimare all'impresa di ricominciare i lavori: «Il Comune», avverte il sindaco, «può purtroppo svolgere soltanto il ruolo di controllore». E per farlo il Comune si affida alla marineria che Albore Mascia definisce «la nostra sentinella».
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