Dragaggio, esplode la rabbia dei pescatori

La marineria scende in piazza, prevista l'occupazione del porto e dell'Asse attrezzato

PESCARA. L'appuntamento è alle 8,30, di fronte alla stazione marittima, sulla banchina sud. Armatori, pescatori e operatori marittimi si raduneranno lì per dare il via a una protesta che bloccherà il porto commerciale e alcune vie della città. Decine di persone scenderanno in piazza per manifestare la loro rabbia per lo scalo diventato inutilizzabile a causa dei fondali insabbiati. Ci sono aziende che chiudono e licenziamenti. E il dragaggio è bloccato.

Ieri, è tornato a Pescara il dirigente del ministero delle Infrastrutture, responsabile del procedimento del dragaggio, Luigi Minenza. Ma l'ennesima visita si è conclusa con un nulla di fatto. Nelle stesse ore, il dirigente della Direzione protezione civile e ambiente della Regione Franco Gerardini ha inviato una lettera all'impresa Nicolaj e alla ditta Dec, che ha l'incarico di trattare i fanghi recuperati dai fondali del porto, per richiedere un cronoprogramma aggiornato per riprendere i lavori di dragaggio. Lavori definiti inutili dagli stessi armatori e dagli operatori marittimi, al punto da sollecitare l'immediata revoca dell'appalto.

PARTE LA PROTESTA
L'obiettivo della marineria è quello di dare vita oggi a una protesta eclatante. Il programma prevede innanzitutto l'occupazione, con i pescherecci, della darsena commerciale per bloccare l'eventuale ripresa del dragaggio. Poi, pescatori e operatori sfileranno in corteo lungo le strade della città per raggiungere l'Asse attrezzato. Si preannunciano pesanti disagi per il traffico. Il 4 marzo scorso, quando la marineria scese in piazza per sollecitare l'avvio dei lavori di dragaggio, la città andò in tilt.

VERTICE AL GENIO CIVILE
Il sopralluogo di Minenza a Pescara, previsto per lunedì scorso, è avvenuto ieri. Il dirigente del ministero ha incontrato, intorno a mezzogiorno, nella sede del Genio civile, i rappresentanti della Direzione marittima e il titolare dell'impresa Luca Nicolaj. Ma dalla riunione non sarebbe emersa alcuna decisione. Il provveditorato alle Opere pubbliche non avrebbe ancora concesso l'autorizzazione per la ripresa del dragaggio, perché attende che il Ctu (consulente tecnico d'ufficio) nominato dal tribunale, faccia le analisi dei fanghi stoccati nell'impianto di trattamento di Moscufo.

«Sicuramente, prima di sabato i lavori non riprenderanno», ha ribadito ieri Nicolaj. Nel frattempo, il dirigente della Regione ha sollecitato l'impresa e la ditta Dec a «comunicare gli impianti di destinazione finale a terra dei materiali derivanti dall'attività di dragaggio». «La commissione di Via della Regione», ha spiegato il sindaco Albore Mascia, «riunitasi il 20 maggio scorso, ha dato l'autorizzazione per l'escavazione degli ultimi 10mila metri cubi di sabbia dell'appalto da 1,9 milioni». «Il dragaggio», ha concluso, «a questo punto, può e deve andare avanti».

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