Dragaggio, la Regione sblocca i lavori

Autorizzato l'escavo di altri 10 mila metri cubi di sabbia, ma il porto è al tracollo
PESCARA. Lavori che procedono a rilento. Autorizzazioni che tardano ad arrivare. Imbarcazioni che continuano ad arenarsi all'interno dello scalo marittimo. La situazione del porto canale è vicina al tracollo. Il dragaggio va avanti a passo di lumaca, anche se ieri la Regione ha finalmente autorizzato l'escavo di altri 10mila metri cubi di sabbia. Un'inezia rispetto alla reale necessità.
L'annuncio è stato dato dal sindaco Luigi Albore Mascia, dopo aver avuto la conferma dalla Regione. «Il dirigente della direzione Protezione civile e ambiente della Regione», ha affermato, «ha firmato nel pomeriggio l'autorizzazione per consentire il dragaggio di ulteriori 10mila metri cubi di fanghi. Operazione già finanziata dal ministero delle Infrastrutture con 1,9 milioni di euro». «Questa autorizzazione», ha proseguito, «sollecitata mercoledì durante la riunione in prefettura, ci consentirà di proseguire l'escavazione dei fondali senza alcuna soluzione di continuità, concentrando l'intervento all'imboccatura del porto».
Leonardo Castagliola, il pilota che guida le navi all'entrata e all'uscita del porto canale, ha tuttavia espresso qualche dubbio sull'intervento in corso per riportare i fondali ad una profondità adeguata per la sicurezza delle imbarcazioni. «La draga utilizzata non è idonea, perché è troppo piccola», ha avvertito. Ogni giorno verrebbero prelevati 240 metri cubi di sabbia, a fronte dei 200 trasportati dal fiume.
Insomma, il lavoro svolto rischia di rivelarsi inutile. Per questo stamattina il Pd, unendosi alle proteste degli armatori, che mercoledì scorso hanno attraversato il fiume a piedi per dimostrare le condizioni dei fondali del porto canale, chiederà di nuovo di bloccare l'intervento in corso, dal costo di 1,9 milioni di euro. Il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci ha suggerito al sindaco Mascia e ai presidenti di Regione e Provincia Gianni Chiodi e Guerino Testa di chiedere scusa alla città per quanto sta accadendo per il porto.
Mercoledì scorso, il presidente dell'associazione Armatori Pescara Lucio Di Giovanni, in una lettera inviata al comandante della Direzione marittima Verna e al prefetto D'Antuono, «ha chiesto soluzioni e iniziative drastiche», alle autorità competenti, «senza escludere la chiusura totale del porto».
«Non siamo più disponibili», ha scritto il presidente, «a continuare a sostenere sulle nostre spalle l'esposizione economica e il rischio fisico di un'attività che diventa sempre più temeraria per l'impraticabilità del porto».
«In futuro», ha avvertito Di Giovanni, «non potranno essere le incomprensibili ordinanze della Direzione marittima ad evitare l'attivazione del ricorso a tutte le autorità giurisdizionali competenti per chiamare i responsabili a rendere conto delle conseguenze dannose che andremo a patire». (a.ben.)
L'annuncio è stato dato dal sindaco Luigi Albore Mascia, dopo aver avuto la conferma dalla Regione. «Il dirigente della direzione Protezione civile e ambiente della Regione», ha affermato, «ha firmato nel pomeriggio l'autorizzazione per consentire il dragaggio di ulteriori 10mila metri cubi di fanghi. Operazione già finanziata dal ministero delle Infrastrutture con 1,9 milioni di euro». «Questa autorizzazione», ha proseguito, «sollecitata mercoledì durante la riunione in prefettura, ci consentirà di proseguire l'escavazione dei fondali senza alcuna soluzione di continuità, concentrando l'intervento all'imboccatura del porto».
Leonardo Castagliola, il pilota che guida le navi all'entrata e all'uscita del porto canale, ha tuttavia espresso qualche dubbio sull'intervento in corso per riportare i fondali ad una profondità adeguata per la sicurezza delle imbarcazioni. «La draga utilizzata non è idonea, perché è troppo piccola», ha avvertito. Ogni giorno verrebbero prelevati 240 metri cubi di sabbia, a fronte dei 200 trasportati dal fiume.
Insomma, il lavoro svolto rischia di rivelarsi inutile. Per questo stamattina il Pd, unendosi alle proteste degli armatori, che mercoledì scorso hanno attraversato il fiume a piedi per dimostrare le condizioni dei fondali del porto canale, chiederà di nuovo di bloccare l'intervento in corso, dal costo di 1,9 milioni di euro. Il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci ha suggerito al sindaco Mascia e ai presidenti di Regione e Provincia Gianni Chiodi e Guerino Testa di chiedere scusa alla città per quanto sta accadendo per il porto.
Mercoledì scorso, il presidente dell'associazione Armatori Pescara Lucio Di Giovanni, in una lettera inviata al comandante della Direzione marittima Verna e al prefetto D'Antuono, «ha chiesto soluzioni e iniziative drastiche», alle autorità competenti, «senza escludere la chiusura totale del porto».
«Non siamo più disponibili», ha scritto il presidente, «a continuare a sostenere sulle nostre spalle l'esposizione economica e il rischio fisico di un'attività che diventa sempre più temeraria per l'impraticabilità del porto».
«In futuro», ha avvertito Di Giovanni, «non potranno essere le incomprensibili ordinanze della Direzione marittima ad evitare l'attivazione del ricorso a tutte le autorità giurisdizionali competenti per chiamare i responsabili a rendere conto delle conseguenze dannose che andremo a patire». (a.ben.)
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