E il Comune al verde spende 460mila euro per città della musica

PESCARA. La Città della musica, una delle più grandi incompiute di Pescara, continua a drenare soldi. L’amministrazione comunale ha previsto, nel nuovo Piano triennale delle opere pubbliche, all’esame...

PESCARA. La Città della musica, una delle più grandi incompiute di Pescara, continua a drenare soldi. L’amministrazione comunale ha previsto, nel nuovo Piano triennale delle opere pubbliche, all’esame in questi giorni del consiglio, di spendere altri 460mila euro per completare l’immobile iniziato nel 2009 dopo numerose traversie.

Al centrodestra non è andata giù questa ulteriore spesa dell’amministrazione, considerata superflua. «Per la Città della musica», ha affermato il vice capogruppo di Forza Italia Vincenzo D’Incecco, «oltre ai 300mila destinati dalla Regione, il consiglio comunale ha approvato un emendamento, votato dalla maggioranza, per stanziare altri 160mila euro dei cittadini per completare la messa in sicurezza dell’immobile di via Raiale, con la realizzazione delle vie di fuga di una struttura mai aperta, non conclusa e già costata qualche milione di euro». «L’amministrazione comunale», ha aggiunto, «non ha mai speso una parola per indicare cosa intende fare di questo immobile. Insomma, una cattedrale nel deserto, sulla quale il Comune ha deciso di spendere ulteriori fondi». D’Incecco ha ricordato, in proposito, che la struttura è stata già presa d’assalto dai vandali e depredata di tutto il materiale elettrico posizionato al termine del primo lotto. «Noi abbiamo votato no», ha fatto presente il vice capogruppo, «perché riteniamo che tutti i soldi dei cittadini pescaresi debbano essere usati per la manutenzione delle strade e non buttati via per i capricci di qualche ex assessore del Pd che ancora pensa che quella struttura inutile possa servire ai pescaresi».La Città della musica sarebbe dovuta terminare addirittura nel 2010, ma il cantiere di fatto è rimasto bloccato per anni da un ricorso al Tar. Per questo motivo, i lavori sono cominciati solo nel 2009 e non sono mai stati terminati. (a.ben.)

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