Ecco i 14 amici che fanno le scuole per l’Africa

L’impegno dell’associazione Missione Possibile per i bambini del Kenia D’Atri: «Troppa povertà, impossibile restare indifferenti». Già finiti 70 progetti

MONTESILVANO. Un gruppo di 14 amici, un viaggio umanitario in Africa e una Missione possibile che diventa realtà. Nasce così, nel 2003, la onlus montesilvanese presieduta da Pino D’Atri, che quest’anno compie l'importante traguardo dei dieci anni di attività.

«Davanti a tanta povertà incontrata durante il primo viaggio in Africa», racconta il presidente, «decidemmo che non potevamo rimanere indifferenti. Così è nata l’associazione che fa della trasparenza il suo cavallo di battaglia». Un gruppo di liberi professionisti, lontani dalla politica, che attraverso una serie di attività e di progetti sono riusciti a portare una speranza in tanti villaggi africani, coinvolgendo la popolazione abruzzese al punto che oggi “Missione possibile” conta circa 350 soci. «Durante l’anno organizziamo manifestazioni, mercatini, tornei di burraco e attività sportive», spiega D’Atri, «per finanziare questi progetti finalizzati principalmente al settore sanitario e culturale». In particolare, l’associazione si occupa della realizzazione di piccole scuole e dispensari in grado di servire un’utenza nell’arco di una decina di chilometri. Oltre 70 i progetti portati a termine in un decennio, tra cui un villaggio della cultura, realizzato con i fondi della cooperazione internazionale, che porta il nome della regione Abruzzo o un’aula in Kenia intitolata al Comune di Montesilvano. «Tranne qualche progetto in Tanzania o in Congo, operiamo principalmente in Kenia», sottolinea il volontario, «dove collaboriamo con le suore o con i comboniani, con i quali abbiamo portato avanti progetti importanti a Nairobi, una megalopoli di 4 milioni di abitanti di cui la metà vivono nelle baraccopoli. In particolare, nella principale, Korogocho (confusione), un chilometro quadrato per 120 mila persone, il tutto a ridosso di Dandora, una delle più famose discariche al mondo». In questa drammatica realtà l’associazione è riuscita a mandare a scuola mille bambini, comprando loro divise e quaderni, con un costo complessivo di 5 mila euro. La onlus si occupa anche di recupero di ragazzi di strada, progetti sull'agricoltura, iniziative che coinvolgono ragazze madri o neonati abbandonati, sostegno a comunità di lebbrosi.

«Andiamo in Kenia una o due volte l’anno», spiega D’Atri, «e andiamo sempre a verificare i progetti precedenti per assicurarci che tutto funzioni al meglio, o per ridistribuire i beni in base alle esigenze di ciascun villaggio».

Nessun contributo a pioggia, dunque, ma acquisto di materiale necessario alle singole realtà in un’ottica di autodeterminazione delle popolazioni residenti. Anche se il reperimento dei fondi, soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale, non è sempre semplice, «basta una briciola in Africa per salvare una vita e portare aiuti rappresenta una grande ricchezza anche per noi stessi», spiega il volontario che rivela uno degli episodi più emozionanti di questa lunga attività di volontariato. «Stavamo inaugurando un dispensario ed è arrivato un signore che dopo una lunga fila è venuto a salutarci dicendo di aver fatto due ore di cammino per ringraziarci per aver dato, a lui e a sua moglie, la possibilità di fare delle vaccinazioni e di salvarsi. Per questo, pur non avendo nulla, ci ha regalato una foglia di insalata». Infine, a rappresentare il valore aggiunto di Missione possibile la collaborazione che l’associazione ha attivato con una decina di realtà di volontariato presenti sul territorio pescarese, alle quali devolve il ricavato della raccolta fondi frutto del mercatino organizzato dall'associazione a Natale. «Africa e Abruzzo», conclude D’Atri, «stretti in un abbraccio che ci inorgoglisce».

Antonella Luccitti

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