Spray urticante al liceo Marconi per la seconda volta, la preside: «È stata una bravata»

La dirigente Ferrante condanna il gesto: «Valuteremo eventuali provvedimenti». Ecco la nostra intervista
PESCARA. Questa volta il quadro è chiaro fin da subito: si è trattato di uno spray urticante. A riferirlo è stata Giovanna Ferrante, dirigente scolastica del liceo “Guglielmo Marconi”. Ieri mattina, intorno alle 10.45, si è trovata a gestire, per la seconda volta, una situazione delicata, «anche se tra i due episodi», chiarisce, «non vedo collegamenti». Ecco cosa spiega nel dettaglio, al termine di una mattinata movimenta.
Cosa è successo esattamente?
«Premetto che le indagini, per quanto riguarda l’episodio del 16 ottobre scorso non sono terminate. Oggi (ieri ndr), intorno alle 10.45, sono stata chiamata dallo staff di presidenza da una mia collaboratrice, che mi ha riferito della presenza di una sostanza urticante. Questa volta possiamo dirlo chiaramente, perché lo abbiamo verificato subito. Così abbiamo anche individuato i responsabili».
Come?
«Beh, di certo non avevo sospetti. Mi è stata indicata l’aula da cui proveniva quello strano odore. Ecco perché non è stato difficile capire chi aveva utilizzato lo spray. Ho usato toni dolci, ma anche un po’ piccanti. Sono riuscita a trovare le parole giuste per comunicare con gli studenti e ho beccato i responsabili di questa bravata. Abbiamo anche individuato l’arma del delitto, come si suol dire».
Seguiranno punizioni particolari?
«Vedremo. Le forze dell’ordine faranno la loro parte e io la mia. Di sicuro episodi del genere non possono passare inosservati, assolutamente. Anche il dialogo con tutti, come già fatto per l’altro caso, è fondamentale».
E come ha gestito l’emergenza?»
«Con l’aiuto di tutti: insegnanti, collaboratori e gli stessi studenti. Abbiamo fatto arieggiare gli ambienti. In realtà, dopo circa cinque minuti, non si sentiva già più nulla. L’evacuazione è avvenuta gradualmente, per evitare attacchi di panico. Poi i ragazzi sono tornati a casa. In via precauzionale ho chiamato i soccorsi e non è stato necessario effettuare analisi e approfondimenti sulla qualità dell’aria all’interno dell’edificio».
Ci sono analogie con il primo episodio?
«Come già detto, sull’altro caso sono in corso le indagini. Non ci sono legami. Il 16 ottobre non si sapeva nulla della provenienza. Questa volta le verifiche sono state immediate e le conseguenze notevolmente ridotte, per fortuna».
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