«Ecco i politici coinvolti»

Fars (Prc) accusa Di Matteo e D’Ambrosio: loro sapevano

PESCARA. «Prima della responsabilità giudiziaria c'è la responsabilità politica». È quanto sostiene il segretario regionale di Rifondazione comunista Marco Fars, in merito alla vicenda della discarica dei veleni di Bussi.

«Amministratori che sapevano e non hanno detto e fatto nulla o erano così “distratti” da non accorgersi di quello che accadevano nelle aziende ed enti che amministravano», afferma Fars, «dovrebbero avere il buon gusto di non riproporsi a cariche pubbliche. Invece, pervicacemente insistono nel fare finta di nulla. Inutile aggiungere ulteriori commenti, bastano le parole di Donato Di Matteo e Giorgio D'Ambrosio e le lettere risalenti al 2004 per renderli ridicoli se la situazione non fosse tragica per tutti coloro che hanno bevuto acqua contaminata».

«Non ci stupisce che Luciano D'Alfonso li carichi nel suo “Luciamion”», aggiunge il segretario, «Donato Di Matteo (vice presidente e poi presidente di Aca s.p.a. dal 1994 al 2005): “nel periodo della mia presidenza Aca, anno 2004, non mi sono pervenute, da chicchessia, comunicazioni o informative relative ad inquinamenti di acque”».

Prosegue Fars. «Giorgio D'Ambrosio (presidente di Aca spa dal 1998 al 2002 e presidente dell'Ato pescarese dal 2003 al 2007): “Ho già una sentenza di non luogo a procedere del gup di Pescara a mio favore ed è dimostrato che l'acqua uscita dai rubinetti è sempre stata potabile. Tutte le analisi in nostro possesso dicono che l'acqua fornita dai pozzi di Bussi era potabile».

©RIPRODUZIONE RISERVATA