Ecco il “serpentone” per pulire il mare

Barriere mobili dovrebbero trasportare a largo l’inquinamento del fiume, primo via libera all’opera che costa 400mila euro

PESCARA. Come risolvere il problema dell’inquinamento del mare? Con le barriere galleggianti. È questo il sistema che Regione e Comune intendono adottare per far tornare balneabile il litorale nord. Il progetto è già pronto, costerà circa 400mila euro realizzarlo. L’amministrazione regionale ha già annunciato che finanzierà l’opera da utilizzare dalla prima decade di giugno fino al termine della stagione estiva. L’intervento è stato presentato ufficialmente ieri e ha già ricevuto ampi consensi da parte di tutte le associazioni dei balneatori.

Il progetto. L’idea è quella di realizzare un sistema di barriere mobili galleggianti, simili a quelle utilizzate per circoscrivere la fuoriuscita degli idrocarburi dalle petroliere in mare, che, sfruttando la leggerezza delle acque dolci rispetto a quelle salate, convoglierà il flusso del fiume al largo della diga foranea. La proposta è stata presentata ieri prima in Regione e poi in Comune. Erano presenti il progettista, l’architetto Nino Catani, il sottosegretario regionale con delega all’ambiente Mario Mazzocca, il sindaco Marco Alessandrini, il vice Enzo Del Vecchio, il presidente del consiglio comunale Antonio Blasioli, i consiglieri Riccardo Padovano, che è anche presidente dell’associazione balneatori della Confcommercio e Piero Giampietro.

«Mancano ancora alcuni dettagli legati al quadro finanziario, alla tempistica e alla cantierizzazione dell’opera», ha detto Mazzocca, «tuttavia, siamo a buon punto. L’ufficializzazione dovrebbe arrivare nei prossimi dieci giorni ed entro la prima metà di giugno l’impianto potrà essere installato ed entrare in funzione». «Questo intervento, insieme ad altri che stiamo mettendo in campo», ha affermato Alessandrini, «mira a rendere balneabile il mare di Pescara». «Ad ogni modo», ha aggiunto Del Vecchio, «con quest’opera la balneabilità del mare sarà più che un auspicio».

Barriera di 800 metri. La barriera mobile sarà quindi temporanea, cioè verrà utilizzata solo durante il periodo estivo. Verrà realizzata in 20-25 giorni con materiali compatibili (un telo a doppio strato di poliestere e pvc), avrà una lunghezza di 800 metri e una profondità costante di 2 metri e mezzo. Sarà segnalata con boe e cime luminose. L’idea è quella di installare la barriera a partire dal molo nord, più precisamente all’altezza dell’ultimo trabocco, in parallelo rispetto al lungomare. «In questo modo», ha spiegato Catani, «verrà superato l’effetto tappo della diga foranea, impedendo alle acque dolci di finire verso la spiaggia e indirizzando le acque del fiume verso il largo». Secondo il progettista, sarà possibile utilizzare la struttura per tutta la durata della stagione balneare, riponendola in magazzino nel periodo invernale. «Strutture simili», ha fatto presente l’architetto, «sono state già utilizzate in diversi laghi, come quelli D’Iseo e Garda e nel mare Adriatico, per arginare gli sversamenti di idrocarburi».

Soluzione non definitiva. Ovviamente, questa sarà una soluzione temporanea. Quella definitiva è legata all’abbattimento della diga foranea e passerà attraverso l’approvazione del Piano regolatore portuale. Ma la documentazione è ancora ferma al Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Sì dei balneatori. Le associazione dei balneatori hanno già detto di essere d’accordo. «È un progetto da noi fortemente voluto», ha osservato Padovano, presidente di Sib Confcommercio, «siamo convinti che l’incanalamento delle acque del fiume oltre la diga foranea contribuirà a risolvere il problema dell’inquinamento e a salvare la stagione balneare». Soddisfatto dell’iniziativa anche Mario Troisi, responsabile della Fiba Confesercenti.

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