Eco-incentivi per le biciclette, in città è un bluff

15 Maggio 2009
I rivenditori contro il ministero dell’Ambiente: tante richieste, ma il sito è bloccato
Critiche anche agli amministratori locali «Poche piste e il ponte è per scalatori puri»
PESCARA. Poteva essere un boom di vendite e creare una motivazione in più per i pescaresi a utilizzare un mezzo di trasporto che è stato definito dagli esperti veloce ed ecologico, nonché salutare. Soprattutto in una città come Pescara, che grazie alle caratteristiche pianeggianti, si presta molto al suo utilizzo: la bicicletta. L’eco-incentivazione dello Stato, con uno sconto del 30 per cento, invece, si è rivelato, finora, un bluff, almeno per Pescara. Hanno aderito all’iniziativa molti rivenditori, ma con risultati più o meno nulli. E ci sono anche critiche alla “ciclabilità” della città e al nuovo ponte in costruzione.

Il ministero dell’Ambiente ha messo a disposizione 8 milioni di euro dal 22 aprile scorso, per permettere di acquistare biciclette con uno sconto del 30 per cento. In Italia c’è stata una vera e propria corsa, con 40 mila mezzi venduti in tre settimane. Ma a Pescara e lungo il litorale, da Montesilvano a Marina di Città Sant’Angelo, grandi e piccoli rivenditori sono stati beffati, perché quando sono andati sul sito del ministero per inoltrare le numerose richieste di acquisto, hanno trovato tutto bloccato. «I soldi scompaiono e il sito è bloccato», dice con un pizzico di rabbia Leonardo Bevilacqua. «È tutta manovra per favorire poche fabbriche, pochi eletti.

Hanno fatto dei listini appropriati e hanno dato questo incentivo in un periodo in cui le bici si vendono lo stesso. È vero, c’è un movimento in più di persone che vengono a chiedere, c’è uno stimolo in più, ma poi non si va oltre. Questo testimonia anche che non c’è la cultura della bici, da noi, come mezzo di trasporto. Basta guardare le nostre piste ciclabili: per raggiungerle bisogna prendere l’auto o l’elicottero. Le piste sembrano fatte per non essere utilizzate».

All’iniziativa ha aderito anche Roberto Finocchio, Il Biciclettaio, ma anche per lui è stata una grossa delusione. «Stava andando bene, ma è troppo ingarbugliato per le pratiche. Inoltre il sistema è stato bloccato. Si vede che era sbagliato. Anch’io penso che queste iniziative siano comunque utili, ma occorrono maggiori spazi per le biciclette nella nostra città e in generale lungo tutto il litorale abruzzese, che potrebbe essere percorso in bici. Occorrono corsie preferenziali e, soprattutto, sicure. Invece...

Avete visto, ad esempio, le rampe del nuovo ponte in costruzione? Ci sono pendenze del 10 per cento, dove anche scalatori puri come Danilo Di Luca avrebbero difficoltà, figuriamoci ragazze e donne con la bici con il cestino». «Bisogna dare motivazioni forti al pubblico, innanzitutto: un genitore manderebbe, a Pescara, i propri figli a scuola in bici? Con quale sicurezza?», afferma Luciano Rabottini, della Rabottini Cicli Sport. «Se la politica va sempre di più verso l’utilizzo dell’auyto, come si fa a dire almeno ai nostri giovani di cambiare cultura, stile di vita e passare alla più salutare ed ecologica bicicletta? A Pescara, e non solo, per raggiungere il posto di lavoro, ufficio o studio professionale o altro, distante anche soli 500 metri, si prende l’auto. Piste ciclabili? Siamo lontani anni luce dal Nord Italia e Europa. Non ci sono soldi, ma non c’è neppure la cultura e la voglia di cercarli. L’incentivo? Ci siamo super attrezzati per essere operativi subito», dice Rabottini, «la Banca si è mossa per entrare nei siti ufficiali del ministero, ma tutto si blocca. Non siamo riusciti a fare neppure una pratica. Sul sito ci sono ancora 5 milioni di euro, ma nessuno riesce a entrare. Ci sono molte richieste. La situazione ha bloccato anche il mercato normale, si perde anche la vendita: da 4-5 giorni siamo fermi, perché molti pensano ci siano gli incentivi, ma poi non è così».

Anche Nino Iervese ha aderito, ma è molto deluso. «Sospetto si tratti di un’operazione fatta solo per favorire certi costruttori di bici», dice la moglie, la signora Franca Diodato. «Per aderire c’è una procedura macchinosa e difficile e una volta fatto tutto, il sito è oscurato. Ieri l’Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori) ci ha comunicato di sospendere le vendite incentivate, perché non è possibile inserire dati da mercoledì. Così i costruttori hanno venduto le bici, noi ci abbiamo rimesso i soldi e non sappiamo se li riprendiamo. Così le grandi ditte si risollevano a scapito delle piccole imprese. Sarebbe stata una buona iniziativa, anche se il pescarese prende la bici come mezzo di svago e non di trasporto. Al Nord, in Italia e in Europa, si va in bici anche con temperature sottozero».