Edilizia, i sindacati «Snellire la burocrazia e sbloccare tutti i fondi»

I costruttori pescaresi: la città è ferma. Critiche all'amministrazione per i ritardi dei cantieri. I sindacati: "Snellire la burocrazia e sbloccare tutti i fondi"

PESCARA. «Snellire la burocrazia e sboccare i fondi». Per i sindacati è questa l'unica soluzione per far uscire l'edilizia dalla crisi. Anche perchè di posti, dicono, non se ne sono persi duemila ma molti di più. Quel di più che arriva dall'indotto.

«Per ogni cinque unità in meno nel settore edile si calcola che perdano il lavoro un imbianchino e un idraulico», spiega Gianfranco Reale, segretario provinciale della Filca Cisl commentando i dati sulla crisi del settore resi noti ieri dal presidente dell'Ance Giuseppe Girolimetti, che dalle colonne del Centro ha lanciato l'allarme per un settore, quello edile, che sta affrontando una crisi senza precedenti. Analisi su cui i segretari provinciali di settore di Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono pienamente d'accordo.

«È come se la Sevel avesse perso metà dei dipendenti», spiega Reale, «a questi, poi, va aggiunto l'indotto». Un problema rilevato anche da Massimo Di Giovanni della Fillea Cgil: «Il nostro settore è un volano per idraulica, meccanica, lavorazione del legno e del vetro. Non abbiamo un quadro numerico di quanto abbia perso l'indotto ma basta guardare l'aumento della cassa integrazione in deroga, usata proprio dalle imprese più piccole».

Davanti a un quadro come questo l'unica possibilità che i sindacati, così come l'Ance, vedono all'orizzonte per cercare di superare indenni la crisi è che ci si impegni al massimo per sbloccare ogni tipo di risorsa e che le istituzioni snelliscano le procedure burocratiche per far partire tutto quello che è ancora fermo (vedi pagina a fianco).

«Non si vede traccia di fondi strutturali, fondi Fas, Masterplan», dice Giovanni Panza della Feneal Uil, «e poi bisogna snellire la burocrazia. Il Comune di Pescara fino all'anno scorso aveva 1.200-1.300 licenze edilizie, tra ristrutturazioni e nuove costruzioni, da rilasciare. Sappiamo che ora le hanno ridotte ma bisogna fare di più».

Sui fondi insiste anche Gianna De Amicis, segretaria provinciale Ugl. «Sembrava che i Fas fossero un bancomat per tutte le esigenze, ora abbiamo scoperto che non si possono toccare. Forse c'è chi ci vuole fare troppe cose. Invece bisogna sbloccare e convogliare».

«I fondi Fas dovevano servire per l'edilizia e invece prima sono stati destinati agli ammortizzatori sociali, poi spostati in avanti», dice Di Giovanni della Fillea, «questo è sintomatico del fatto che l'edilizia non ripartirà nè mò nè mai. E poi c'è un problema di burocrazia: un imprenditore che presenta richiesta di costruire per avere una risposta aspetta 3-4 anni. Se aggiungi anche queste difficoltà alla crisi che già c'è anche quello che potrebbe partire si ferma».

«Ci sono 500 progetti bloccati a Pescara e provincia, secondo i calcoli dell'ordine degli architetti. Non è possibile, gli appalti vanno sburocratizzati», lamenta Reale, «e tutto questo succede nell'immobilismo della Provincia e in particolare del Comune. Più di sette mesi fa abbiamo scritto al sindaco per chiedere degli incontri e un osservatorio provinciale e comunale sulle opere sbloccate e da sbloccare. Non abbiamo mai avuto risposta»

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