Elettrodotto dal MontenegroIl cavo da 415 km divide città e politica

È polemica sulla rete elettrica Villanova-Tivat, l'elettrodotto che prende il nome dalla frazione di Cepagatti e dalla città montengrina. Terna: "Porterà risparmio ed efficenza"

PESCARA. «Nessun mistero aleggia attorno all'elettrodotto tra Italia e Montenegro». E' la parola finale della società Terna-Rete elettrica, il principale proprietario della rete di trasmissione di energia elettrica sul territorio nazionale, su un cavo mastondontico lungo 415 km che sta sconquassando i consigli comunali, dividendo i cittadini, arroccati nella battaglia ambientalista o nel sostegno ai benefici che deriverebbero dall'opera: l'elettrodotto.

Cos'è? Dice Terna, la società che si occuperà di realizzarlo, che bisogna sgombrare ogni dubbio e concentrarsi sulle parole chiave dell'opera, «risparmio», «lavoro», «più sicurezza del sistema elettrico abruzzese».

La società sta inviando i suoi "emissari" a Pescara, Cepagatti, due dei Comuni interessati, per illustrare cosa sarà questa grande opera che, come spiegano, dovrà permettere di abbattere il deficit elettrico in Abruzzo. L'elettrodotto è un cavo del diametro di 18 centimetri che correrà dal Montenegro all'Italia, raggiungendo l'Abruzzo per portare energia e, a cascata, «evitare rischi di black out» e favorire anche la crescita economica. L'opera è il frutto di un accordo lontano, partito sotto il Governo di Romano Prodi e con l'obiettivo di acquistare energia elettrica dal Montenegro. Ma, da quando l'opera è stata annunciata, ha convogliato una ridda di voci contrarie e favorevoli, di domande - dove il cavo sottomarino e dove quello interrato - e soprattutto ha animato una discussione, sia a Pescara sia a Cepagatti, sugli effetti dell'inquinamento elettromagnetico e sull'impatto ambientale.

Il progetto si chiama Villanova-Tivat e prende il nome dalla frazione di Cepagatti, dove ci sarà una stazione di trasformazione energetica, che sarà collegata alla città nel Montenegro. Il cavo è lungo 415 chilometri che si svilupperanno per 390 chilometri sott'acqua, in cavo sottomarino, per 10 chilometri in cavo interrato in Montenegro e per 15 chilometri con cavi interrati in corrente continua da Pescara a Cepagatti. L'opera, spiega la società, consentirà di ridurre il deficit elettrico abruzzese che, secondo i dati del 2008, è pari al 25% del fabbisogno e, ancora, permetterà di rendere la rete elettrica più sicura con mille megawatt in più di importazione. Ancora, sempre secondo i dati diffusi da Terna, il cavo che trasporterà energia elettrica ridurrà i costi per il sistema elettrico italiano quantificabili in circa 225 milioni di euro l'anno. Inoltre, tra i benefici, la posa del cavo interrato e il suo successivo funzionamento, porteranno anche effetti positivi sull'economia abruzzese: ci sarà lavoro per duecento addetti e circa sessanta imprese per tre anni.

Ma sono il percorso del cavo e gli eventuali danni all'ambiente, a lasciare scettici molti amministratori. I tecnici di Terna hanno illustrato, in vari consigli comunali, che il cavo sarà sottomarino fino a Pescara, approdando a fosso Vallelunga. Da lì, sottoterra, correrà lungo l'Asse attrezzato fino a Sambuceto e Spoltore (solo sfiorata dal cavo) per arrivare in località Piano Marino di Villanova, nella stazione di trasformazione della corrente, per immettere l'elettricità nella rete di distribuzione. Da Villanova, il collegamento dovrebbe diventare aereo, quindi attraverso tralicci, e arrivare fino a Gissi. Ma secondo quanto hanno spiegato i tecnici della società Terna, questo tratto - il più controverso - è un'opera distinta e rientra in un altro progetto, quello di Abruzzo energia.

L'iter dell'elettrodotto della società Terna è ancora lungo: dopo l'approvazione del ministero della Sanità e dell'ok ricevuto dall'Arta Abruzzo, l'opera dovrà essere approvata dai consigli comunali dei centri coinvolti e dalla Regione.

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