Esposto dei grillini sulla causa Sivignani

Il Comune chiude il contenzioso con la compagna di Pavone con 17 mila euro, Anelli attacca. Di Mattia: «Tutto in regola»

MONTESILVANO. Un esposto su una spesa di 17 mila euro per scrivere la parola fine a un contenzioso giudiziario che si trascina dal 2008 tra una ex dipendente comunale e l’amministrazione. Ad annunciare la denuncia è il grillino Manuel Anelli, consigliere del Movimento 5 Stelle fino al rientro in aula di Lorenzo Silli deciso da una sentenza del Consiglio di Stato, e l’importo che finirà in procura è quello che l’amministrazione Di Mattia di centrosinistra ha pagato a Nicolina Sivignani, ex dipendente e sindacalista della Uil e compagna del capogruppo Pd Massimiliano Pavone. «Il pagamento rappresenta una situazione non chiara», afferma Anelli, «che nessuno, né di maggioranza né di opposizione, ha avuto il coraggio di spiegare e portare al di fuori delle mura del Comune. La delibera di giunta che ha autorizzato il pagamento a Sivignani, la numero 304 del 2012, è stata pubblicata all’albo pretorio in maniera quasi oscura e, leggendo soltanto il titolo, sarebbe impossibile capire di cosa di tratta visto che c’è scritto: “Procedimento 1975/08 del tribunale di Pescara, sezione Lavoro”. In questa storia», dice Anelli, «è mancata la trasparenza. Così come, secondo noi, manca anche un parere legale di congruità sulla spesa. Abbiamo deciso di presentare l’esposto perché temiamo che dietro questa storia ci siano i soliti giochi politici tipici di una vecchia Montesilvano».

La denuncia non è ancora pronta: se non fosse stato per l’elezione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e della formazione del governo con l’incarico a Enrico Letta, i documenti – che aspettano il visto del deputato montesilvanese Andrea Colletti, avvocato – sarebbero già finiti in via Lo Feudo, a Pescara, sede della procura.

Ma, in base agli atti raccolti dal Movimento 5 Stelle, emerge che Di Mattia non è stato il primo a cercare un accordo con Sivignani: anche l’ex sindaco Pasquale Cordoma, di centrodestra, aveva tentato di chiudere in via stragiudiziale la causa di lavoro. Sivignani, che dall’amministrazione Cordoma aveva avuto un trasferimento bollato sul ricorso come «demansionamento», aveva chiesto 100 mila euro di risarcimento danni. Cordoma aveva provato a chiudere il caso con un’offerta da 20 mila euro ma le parti non avevano trovato l’accordo. Adesso, con Di Mattia, il punto di equilibrio è stato raggiunto e il Comune – questo dicono i numeri – ha speso 3 mila euro in meno rispetto al recente passato. Secondo i grillini, manca «un parere di congruità» ma nella corrispondenza tra l’avvocato difensore del Comune, Mirco D’Alicandro, e il sindaco c’è anche un documento del 20 settembre 2012: «Nell’ambito di una valutazione complessiva della controversia e delle possibile conseguenze economiche e di immagine che potrebbero derivare in danno dell’amministrazione comunale stimo apprezzabile», scrive il legale, «la proposta dell’avvocato Fabrizio Foglietti (difensore di Sivignani, ndr) rimettendo ovviamente a codesta amministrazione la valutazione sull’opportunità di indicare una eventuale decurtazione sulla somma».

«A Montesilvano, la politica degli esposti va sempre di moda», è il primo commento di Di Mattia, «la procedura era stata avviata da Cordoma e non appena mi sono insediato ho studiato, insieme ad altri contenziosi, il parere dell’avvocato incaricato proprio da Cordoma e mi è stato riferito, con una relazione, che una transazione sarebbe stata meglio per il Comune che andare avanti in tribunale. Per questo, l’esposto di Anelli», dice il sindaco, «non mi preoccupa: sono sereno. La politica non c’entra con questa storia: è stato soltanto un atto amministrativo e l’intento che ci ha mosso è quello di far risparmiare soldi pubblici all’ente perché gli scenari annunciati dal legale prevedevano una probabile perdita per il Comune. Sono sicuro», chiude Di Mattia, «di aver agito nell’interesse del Comune».

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