Estorsione, pescarese arrestato ad Ascoli

15 Gennaio 2013

B.M., 48 di Pescara, è accusato insieme ad altre sette persone (una ancora latitante) di aver minacciato i fornitori di una ditta specializzata nella compravendita di materiale elettronico facendo sparire merce per un valore di 200 mila euro

ASCOLI. Sette persone sono state arrestate e una, irreperibile, è ricercata, nell’ambito di un’indagine per estorsione condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Ascoli Piceno e coordinata dal sostituto procuratore Carmine Pirozzoli. Gli arrestati sono A.G. di 40 anni, B.N.M. di 38, R.F. di 33, tutti e tre siciliani, residenti da tempo a San Benedetto del Tronto; B.M. di 48 di Pescara; B.L. di 38 e R.G. di 46 di Sarno; C.D. di 38 e D.D, di 37 entrambi di Foggia. Sono tutti accusati di concorso in estorsione. A quattro di loro è anche contestata la recidiva. Le misure cautelari firmati dal gip Carlo Calvaresi.

La vicenda, ricostruita grazie anche alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, risale al settembre del 2008. I destinatari delle otto ordinanze, tutti pregiudicati, avrebbero messo in atto una serie di reati gravi, con violenze e minacce ripetute, per mantenere il controllo degli illeciti profitti scaturiti dalla gestione della Bail S.r.l., una società di compravendita di materiale elettronico. Grazie alle buone referenze di cui la ditta godeva sul mercato, gli indagati acquistavano merce, per un valore di oltre 200.000 euro, che poi veniva fatta sparire e stoccata in depositi di comodo. Tra gli episodi ricostruiti dagli investigatori, l’irruzione armata all’interno negli uffici della ditta, ad Ascoli, con l’estromissione dell’amministratore e la contestuale presa di possesso materiale della gestione amministrativa. Alcune delle ditte fornitrici sono piombate in dissesto finanziario, mentre la Bail s.r.l. ha cessato le attività a fine 2010 per l’intervenuta dichiarazione di fallimento.

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