Pescara

Fatime morta in mare, il grande abbraccio dei pescaresi: donati 13mila euro in 6 giorni

7 Agosto 2025

La raccolta fondi online per riportare la salma della 12enne in Guinea, dove la ragazzina è nata e dove sognava di poter tornare. E dove sarà seppellita. Il papà: “Tanta vicinanza, grazie”

PESCARA. Quasi tredicimila euro raccolti in sei giorni. È la solidarietà di Pescara per Fatime e la sua famiglia, l’abbraccio di una città ancora scossa da quel maledetto pomeriggio del 24 luglio, quando la ragazzina di 12 anni è morta annegata mentre faceva il bagno con fratelli e cugini nel tratto di mare tra Plinius e Jambo. Da allora sono passate due settimane di dolore e attesa da parte dei genitori Denis e Macire che vogliono riportare quanto prima la loro bambina in Guinea, in Africa, dove la ragazzina è nata e dove sognava di poter tornare. E dove sarà seppellita.

Ma prima di allora la famiglia Lassou vuole celebrare una doppia cerimonia nella città che ha accolto papà Denis 33 anni fa e dove è cresciuta Fatime che a giugno aveva completato il ciclo di scuola primaria alla Flaiano. Così, prima della sepoltura in Guinea, ci sarà una cerimonia con rito musulmano, secondo la religione della mamma, e poi quella con rito cattolico, religione del papà, nella chiesa di via Vespucci dove il parroco del Burkina Faso ben conosce la famiglia. Ormai è questione di giorni, dopo che l’autopsia disposta dal pm (c’è un fascicolo per omicidio colposo, e indagata è la giovane amica di famiglia che stava controllando il gruppetto di bambini in acqua) sembra aver escluso il malore all’origine della tragedia.

E intanto va avanti la raccolta fondi avviata dal legale del papà, l’avvocato Federica Liberatore sulla piattaforma online “Gofundme” per raccogliere la somma necessaria a sostenere la famiglia nel costoso viaggio in Guinea per l’ultimo saluto alla loro Fatime. Quasi tredicimila euro già raccolti superando la soglia iniziale dei diecimila euro. «Voglio ringraziare di cuore ognuno di voi», dice Denis Lossau per il tramite dell’avvocato, «grazie a Pescara per l'affetto, per le lacrime condivise, per averci fatto sentire parte di questa comunità». E aggiunge: «Non mi sono mai sentito parte di una comunità così come mi sono sentito qui a Pescara. Non mi aspettavo tanta vicinanza, tanta generosità», ripete Denis, dipendente di una ditta di Chieti Scalo e pronto comunque a utilizzare tutti i suoi risparmi per l’ultimo viaggio della figlia. «Non ci siamo mai sentiti stranieri qui, e questo, ora, significa tantissimo per noi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA