le reazioni

Forza Italia: «Un Ko per D’Alfonso»

Fi attacca il governatore, D'Alessandro (Pd): sono disperati. Melilla (Sel) ritiene che questo voto servirà a costruire una riforma alternativa condivisa. D'Alfonso: ci vediamo tra 29 mesi

PESCARA. «Considero inevitabili le dimissioni di Renzi, si deve fare la legge elettorale e andare al voto. E in Abruzzo la vittoria del No dice che questo governo ha la maggioranza in consiglio regionale, ma che è minoritario nell’opinione pubblica, e più andrà avanti nel tempo più peggiorerà, perché questa giunta fa vecchia politica e queste cose nel tempo stufano». Il presidente emerito Gianni Chiodi, ex governatore della scorsa legislatura di centrodestra e attuale consigliere regionale Fi, ritiene che quella del Sì sia una «debacle». «In particolare in Abruzzo», aggiunge, «dove il governatore Luciano D’Alfonso e poi la sottosegretaria Federica Chiavaroli (Ncd) si sono dati molto da fare per il Sì. Ripercussioni? Innanzitutto adesso è difficile che Ncd entri in giunta e credo che i vari Gerosolimo cominceranno a scommettere meno sul renzismo. In giunta immagino che potranno esserci tensioni più frequenti di prima» .

Come Chiodi la pensa il consigliere regionale (Fi) Mauro Febbo, con un auspicio «Spero che D’Alfonso faccia una inversione di tendenza: meno chiacchiere, proclami e annunci e più risposte vere per superare questo momento. Anche se in giunta», riflette, «non credo che ci saranno contraccolpi. Tutto dipende dal Pd, se implode a livello nazionale può trascinare anche la Regione».

E sul futuro del Pd, il segretario regionale Marco Rapino appare determinato: «Abbiamo perso e non siamo stati sufficientemente convincenti ma restiamo largamente avanti. Dopo la direzione del Pd nazionale convocheremo quella regionale per valutare insieme gli scenari che chiaramente si aprono. Ringraziamo il Presidente Renzi per i 1000 giorni di governo che hanno rimesso l'Italia sulla strada della crescita e del cambiamento e per come ha rappresentato il nostro Paese».

«Trovo che sia un tentativo da disperati della politica quello di politicizzare a livello regionale questo voto», interviene Camillo D’Alessandro, consigliere regionale pd, «ho visto festeggiare Sospiri e Acerbo piuttosto che Melilla e i 5 stelle , ognuno cerca di diventare il rappresentante legale di una vittoria ma dopo la sbornia sarà chiaro che le uniche forze politiche in campo saranno il Pd ed i 5 stelle. Gli altri sono dei disperati». E i mal di pancia espressi da consigliere e assessori? «I malpancisti si sono schierati tutti per il Sì dimostrando lealtà politica oltre che di governo. A livello regionale accadrà ciò che avverrà prima a Roma, è una partita tutta politica che vede ancora Renzi segretario del Pd ».

Anche il deputato abruzzese di Sel Gianni Melilla, malgrado esca vittorioso dal referendum, dice no ai colpi di testa: «Questo voto può aiutare a ricostruire un’alternativa effettiva», afferma nella diretta tv di Rete 8 dalla redazione del Centro, «mi auguro che si apra una stagione nuova, dobbiamo creare le condizioni per sconfiggere quell’insofferenza sociale che c’è e che è frutto della politica europea dell’austerità».

In diretta tv anche Gianluca Vacca, altro deputato abruzzese, di M5s, che ritiene la partecipazione al voto un «bell’atto di democrazia». «Penso», continua, «che tutti gli italiani vogliono abbassare i costi della politica ma se hanno bocciato questa riforma vuol dire che l’hanno ritenuta sbagliata, non che non si può fare. Anche se», precisa, «M5s è stato chiaro nel dire che la priorità non è la riforma costituzionale».

Va giù duro Maurizio Acerbo (ex deputato e consigliere regionale Rc) che chiede la dimissioni di D’Alfonso e del sindaco di Pescara Marco Alessandrini. «Prendano esempio da Renzi», urla dalla sede.

Più pacato invece il commento di Enrico Di Giuseppantonio, cooordinatore regionale dell’Udc: «Gli abruzzesi hanno bocciato una riforma pasticciata e confusa, hanno difeso la costituzione dei nostri padri costituenti».

D'Alfonso: ci vediamo tra 29 mesi. Questa la nota inviata in mattinata dal governatore Luciano D'Alfonso: «Gli italiani si sono espressi contro la riforma costituzionale proposta dal governo Renzi, e di questo bisogna prendere atto. Il premier – con un discorso di altissimo livello – ha comunicato la sua intenzione di rassegnare le dimissioni da capo dell’esecutivo. Ora sarà il Presidente Mattarella a tracciare il percorso istituzionale da seguire. Ho sostenuto con tutte le mie forze il progetto riformatore e l’esperienza di governo di Matteo Renzi, e se potessi tornare indietro lo rifarei persino con maggiori energie, perché sono convinto della bontà di quanto veniva proposto. Sostengo ancora di più la sua attività, poiché ogni volta che c’è stato un problema lo abbiamo sempre trovato presente come persona e come istituzione. Adesso si riparte dai voti espressi a livello nazionale e territoriale senza perdere una sola ora di tempo. Ci vediamo tra 29 mesi per il giudizio che gli abruzzesi dovranno esprimere sull’operato e sulle decisioni della Giunta regionale. Naturalmente alle elezioni territoriali metteremo in campo il lavoro straordinario di una grande coalizione, nella quale i protagonisti cresceranno a vista d’occhio».