Giro del Mediterraneo a bordo di una canoa

8 Maggio 2014

PESCARA. Terminati gli studi universitari, prima di buttarsi nel mondo del lavoro, hanno pensato bene di solcare tutto il Mediterraneo a bordo di un kayak biposto sospinti solo dalla forza delle loro...

PESCARA. Terminati gli studi universitari, prima di buttarsi nel mondo del lavoro, hanno pensato bene di solcare tutto il Mediterraneo a bordo di un kayak biposto sospinti solo dalla forza delle loro pagaiate. È l’incredibile avventura che stanno vivendo due francesi di 24 anni, Loius Wilmotte (laureato in ingegneria) e Douglas Couet (laureato in biologia marina), partiti lo scorso agosto dallo stretto di Gibilterra in Spagna e diretti fino a Istanbul in Turchia, passando anche da Francia, Principato di Monaco, Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania e Grecia, per un totale di 12 Paesi toccati. Ieri pomeriggio, intorno alle 17,30, sono arrivati al porto turistico Marina di Pescara e questa mattina sono ripartiti alla volta delle Marche. Ad accoglierli ieri in città il presidente e il direttore di Assonautica provinciale, rispettivamente Francesco Di Filippo e Marcello Briosi. I due giovani provenivano da Termoli, dove ad attenderli c’è stato Giuseppe Montesanto, presidente della locale Assonautica. Dopo un viaggio di 45 miglia nautiche (circa 50 chilometri) sono approdati a Pescara e non a Ortona dove ad attenderli c’era la Lega Navale. Infatti, i due francesi non hanno un preciso itinerario di viaggio e si fermano nei porti che riescono a raggiungere grazie alla quotidiana navigazione. Come spiega Wilmotte, solitamente riescono a percorrere trenta, quaranta chilometri al giorno, ma in giornate come quella di ieri, con il mare molto calmo, sono riusciti a coprire cinquanta chilometri. Oltre allo spirito di avventura, il viaggio dei due giovani ha anche uno scopo scientifico: stanno eseguendo un progetto per due istituti di ricerca di Toulon e Ville Franche: studiano l’eventuale presenza nell’acqua di un’alga tossica tropicale denominata ostreopsis e il rumore del mare con l’ausilio di un microfono e di un idrofono che vengono immersi nell’acqua. La presenza dell’alga tropicale nel nostro mare non è normale se non nel periodo estivo quando l’acqua è calda. Inoltre, Wilmotte e Couet stanno facendo una serie di incontri nelle scuole per raccontare ai bambini la loro avventura e la bellezza del mare. «La cosa più difficile è il vento, ma anche d’inverno e con il freddo, ma non abbiamo mai pensato di mollare», raccontano, «l’ospitalità in Italia è molto bella, abbiamo incontrato tante brave persone».

Gli unici strumenti di bordo (tutti caricati grazie a un piccolo pannello solare) sono una bussola e un gps, oltre a un cellulare per le emergenze. L’unico momento di vero pericolo vissuto dai due è stato a San Felice Circeo quando di notte si sono ribaltati in mare. Tra gli sponsor che sostengono la loro avventura Ramoge, le università della Sorbona, Utc e Upmc e l’impresa francese Dcns.

Loris Zamparelli

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