Gli sparano sotto casa, preso negoziante

12 Luglio 2013

Claudio Di Risio, ex della banda Battestini, ferito alle gambe da due colpi di pistola. I carabinieri: vecchi rancori e droga

PESCARA. Spara sei colpi di pistola e due finiscono sulle gambe di Claudio Di Risio. E’ stato gambizzato ieri mattina alle 7 l’ex componente della banda Battestini, 51 anni, l’uomo che da due giorni aveva lasciato il carcere per la misura più lieve degli arresti domiciliari.

Mentre stava portando a spasso il cane nel cortile sotto il suo palazzo in via Nora, è stato raggiunto da due colpi di pistola calibro 45. Dopo mezza giornata di perquisizioni e di interrogatori, a metà pomeriggio, i carabinieri hanno arrestato Roberto Martelli, 33 anni, titolare di un negozio di alimentari in via Lago di Capestrano e anche lui sottoposto ai domiciliari.

Ci sarebbero rivalità, astio, vecchie storie mai sopite e alcune più recenti legate alla droga ad aver spinto Martelli, secondo l’accusa e la ricostruzione dei carabinieri, a organizzare un agguato sotto casa di Di Risio, l’ex componente della banda che negli anni Ottanta seminò il terrore con una scia di rapine. Di Risio è finito in ospedale con 30 giorni di prognosi per una tibia fratturata, mentre Martelli è stato arrestato con le accuse di tentato omicidio, porto d’armi abusivo ed evasione.

Anche lui, infatti, si trovava agli arresti domiciliari e aveva un permesso per andare a lavorare dalle 7.30 in poi nel suo negozio di alimentari a Rancitelli. Ma la sparatoria è avvenuta alle 7 e a quell’ora il piccolo commerciante non poteva uscire di casa.

Sei colpi. Sono le 7 quando nella piccola via i residenti sentono gli spari e una macchina partire a tutta velocità. Di Risio, all’arrivo dell’ambulanza, è accasciato davanti al portone, sanguinante e circondato dai proiettili sparsi nel cortile che, alla fine, saranno complessivamente sei. La scientifica indica 13 punti, molti dei quali raggruppati davanti al portone e uno anche sotto una finestra al primo piano. Secondo l’accusa Martelli sarebbe arrivato a bordo di un’auto insieme a un’altra persona e, una volta parcheggiata la macchina lì vicino, sarebbe sceso a piedi e avrebbe iniziato a sparare colpendo alle gambe Di Risio. Poi, la fuga.

Vecchi rancori. I carabinieri del nucleo investigativo alla guida dal capitano Eugenio Stangarone e coordinati dal colonnello Marcello Galanzi hanno perquisito la casa in via Lago di Capestrano di Martelli e l’alimentari non trovando la pistola, ma sequestrando gli abiti dell’uomo che, nel pomeriggio, è stato sottoposto alla prova dello Stub. Quindi, si sono messi alla ricerca di un complice che, per il momento, non è stato individuato e ipotizzano che dietro l’agguato ci siano motivi legati alla droga e vecchi rancori risalenti almeno al 2007, quando Di Risio finì in carcere per una serie di esplosioni per togliere ai rom il mercato della droga. Tra queste, diceva l’accusa, anche un’auto imbottita di esplosivo saltata in aria sotto la palazzina di Martelli.

L’avvocato Carlo Di Mascio, storico difensore di Di Risio e di Massimo Ballone, fece ricorso e il tribunale della Libertà annullò la scarcerazione. Poi l’inchiesta finì con un’archiviazione. L’ultima volta, Di Risio era stato arrestato a maggio perché gli agenti della volante trovarono nella sua casa una pistola calibro 7,65 perfettamente funzionante.

Proprio martedì scorso, l’uomo era tornato a casa per gli arresti domiciliari, la stessa misura a cui era sottoposto Martelli dopo un lungo periodo di carcere per inchieste legate alla droga. Di fronte ai militari e assistito dall’avvocato Marco Di Giulio, Martelli ha negato tutto e si è professato innocente.

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