CAMPO IMPERATORE

Gran Sasso in fiamme, i 14 indagati incastrati da foto e riprese

Il rogo a Fonte Vetica, avvisi di garanzia per contestare l’incendio boschivo: rischiano fino a 5 anni  Il fuoco causato dalla caduta del barbecue. In fumo 300 ettari di vegetazione

L’AQUILA. Stavano cucinando gli arrosticini all’interno di un accampamento che avevano allestito in area Parco: lì su un camioncino cassonato da cantiere, avevano sistemato una casetta di legno. Avevano acceso due fuochi: uno a terra e l’altro all’interno di una canalina metallica del barbecue per la cottura della carne che si è rovesciata: lì è cominciata l’apocalisse. E ora, quelli che facevano parte di quell’accampamento, si ritrovano sotto inchiesta con l’accusa di incendio boschivo in cooperazione colposa.
GLI INDAGATI. Sono indagati, con accuse tutte da dimostrare, 14 giovani di cui 12 residenti nel Pescarese, per lo più a Pietranico, e nel Chietino. Si tratta di Francesco Cavicchia, 36 anni, residente a Pietranico ma domiciliato a Chieti Scalo, Martina Ciullo, 20 anni, di Gravedona (Como), ma residente a Pietranico, Simone Di Benedetto, nato a Pescara, 18 anni, residente a Catignano, Fabrizio Di Giandomenico, di Popoli, 23 anni, residente ad Alanno, Mattia D’Orazio, nato a Popoli, 21 anni, residente a Pietranico, Alessio Falone, 38 anni, nato a Pescara, residente a Pietranico, Nicole Vagnoni, nata e residente a Genova, 21 anni, Alessandro Venti, 21 anni, nato a Popoli, residente a Pietranico, Luca Wlodarczyk, nato a Pescara e residente a Pietranico, Ilaria Palmerini, 20 anni, nata a Chieti e residente a Pietranico, Simone D’Orazio, 22 anni, nato e residente a Borgaro Torinese, Enrico Tiberio, nato a Ortona, 21 anni, residente a Pietranico, Riccardo Di Nicola, 24 anni, nato a Popoli e residente a Pietranico, Ivan Di Giandomenico, 20 anni, nato a Popoli e residente ad Alanno.

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L’ACCUSA. Secondo il pm Fabio Picuti i sospettati «per negligenza, imprudenza e imperizia», hanno causato l’incendio che si è propagato nella vicina area di pascolo percorrendo una superficie di circa 300 ettari di cui 220 per pascolo, 50 di bosco e conifere, e il resto di latifoglie ricadente nel parco Gran Sasso-Laga, a Fonte Macina. Rischiano, in caso di condanna, una pena da uno a cinque anni di reclusione. Ma il vero problema potrebbe essere il pagamento dei danni.
LE INDAGINI. Le indagini sono state fatte dal Nipaf dei carabinieri-forestali coordinato dal colonnello Antonio Rampini, e dai colleghi del nucleo di polizia ambientale. Gli investigatori hanno sequestrato il camioncino, telefoni cellulari, indumenti, la casetta lignea e tutti gli oggetti del pic nic. Non è stata ritrovata la canalina che si è ribaltata. Secondo gli investigatori è possibile che qualcuno l’abbia fatta sparire volutamente.
Dalle certosine indagini, corredate anche di foto, riprese con i cellulari e testimonianze di persone che erano lì, si è appreso che le fiamme stavano anche per attaccare le auto dei giovani che erano ferme nelle vicinanze ma sono state spostate in tempo. I ragazzi hanno provato a soffocare le fiamme con mezzi di fortuna ma non è servito. Poco dopo qualcuno, accorso sul posto, ha scaricato sul fuoco gli estintori, ma era tardi.
I giovani, prima di finire indagati, sono stati interrogati dagli investigatori e si sono dimostrati molto collaborativi. Sono state fatte anche una serie di perizie che potranno essere utilizzate in fase istruttoria. Gli indagati hanno avuto la nomina di un legale di ufficio, Nicoletta Ortenzi del Foro dell’Aquila, ma potranno anche indicare avvocati di loro fiducia.
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