«Grazie a tutti per il vostro affetto»

Luca Leone, uno dei tre soldati marsicani feriti, si è rivolto ai colleghi e al paese
TRASACCO. «Grazie a tutti per l’affetto, ai colleghi dico di tenere duro»: parola di Luca Leone, uno dei 14 alpini del Nono reggimento dell’Aquila rimasti feriti negli scontri in Kosovo del 29 maggio scorso. Tutta Trasacco ha atteso col fiato sospeso notizie sul militare, che in paese è anche dirigente sportivo oltre ad essere stato anche candidato consigliere comunale. E lui ha scritto un lungo messaggio pubblico sui social: «Grazie a tutto il personale sanitario dei Role1 di Cvi e Film City; grazie a tutti i colleghi che sono venuti a farci visita per la loro non scontata e incondizionata disponibilità e a quelli che avrebbero voluto ma non hanno potuto; grazie ai miei familiari, agli amici, ai parenti e a tutti coloro che sono stati in pensiero per me. Grazie per il vostro affetto», ha scritto Leone, continuando con un ringraziamento speciale alla moglie per «come hai gestito la situazione a casa e per avermi fatto da segreteria rispondendo a tutte le chiamate».
E ancora: «Grazie all’assetto sanitario polacco e ai nostri soccorritori militari Lorenzo, Ivan e Gaudio che ci hanno soccorso sul campo, siete stati grandi. Tutta la mia stima e il più profondo rispetto va ai colleghi ungheresi che hanno sofferto al nostro fianco e che hanno avuto la peggio. Detto questo, il mio pensiero non può non essere lì con voi: forza fratelli della 108ª, tenete duro e tornate presto». L’ultimo riferimento del militare è alla 108ª compagnia, a cui appartengono i 14 feriti italiani. Di questi, 11 sono finiti in ospedale, alcuni di loro sono già tornati in Italia per essere ricoverati al Celio di Roma. Nessuno, però, è in pericolo di vita.
Gran parte di loro sono abruzzesi. Due sono di Trasacco: oltre a Leone, anche Gaudio Bellotta. E c’è almeno un altro marsicano, Marco Lozzi di Castellafiume. Almeno un altro degli alpini rimasti feriti negli scontri in Kosovo è originario proprio dell’Aquila. Un altro, seppur campano, è residente proprio nel capoluogo abruzzese. E poi c’è un teramano, altri militari feriti sono invece originari del Chietino. Ma tutti, come detto, da anni si addestrano nella caserma Pasquali dell’Aquila, casa del Nono reggimento degli alpini che è in prima linea nella Kfor della Nato che mantiene l’ordine in Kosovo. (l.t.)