Guida alpina e l’amico precipitano in montagna 

Addio a Raffaello Toro, 48enne di Spoltore e Gianluca Camplone, 51 anni di Pescara Muoiono cadendo per centinaia di metri dalla parete Nord del Corno piccolo

PIETRACAMELA. È la cronaca, impietosa e tragica, a raccontare di altri morti sul Gran Sasso. Gente esperta, con la montagna nel cuore e nella testa. Raffaello Toro, 48 anni il prossimo 2 giugno, era una guida alpina conosciuta in tutta la regione; Gianluca Camplone di anni ne aveva 51, alpinista più che capace. Il primo di Spoltore, il secondo di Pescara. Amici da tempo, compagni di tante altre scalate fatte in Abruzzo e non solo. Perché chi ama la montagna non conosce confini. Le loro vite si sono incrociate per l’ultima volta sulle vette in un’arrampicata che, racconta chi li conosceva, avevano già fatto tantissime altre volte. La tragedia si è consumata in pochi attimi sulla parete nord del Corno Piccolo, versante teramano, mentre i due stavano scendendo in cordata. Uno di loro è precipitato trascinando l’altro in un volo di centinaia di metri.
LA tragedia a 2.500 metri
nel canale sivitilli
L’incidente è avvenuto poco dopo le 13 a un’altezza di circa 2.500 metri. I due erano stati in vetta e stavano scendendo in conserva, ovvero legati in cordata lungo il canale Sivitilli. Per gli alpinisti e gli appassionati una via classica di questa stagione, senza particolari difficoltà. Secondo la prima ricostruzione fatta dai tecnici del Soccorso alpino e dei carabinieri uno dei due è precipitato trascinando l’altro. Perché ancora tutto da accertare, ma tra le ipotesi non è da escludere quella di una caduta di massi, dovuta al disgelo della neve in quota, che potrebbe aver colpito i due in cordata facendoli precipitare. Ma i due, che stavano scalando con piccozze e ramponi, potrebbero anche essere stati traditi da una lastra di ghiaccio. A dare l'allarme per l'incidente sono stati i componenti di un'altra cordata che si trovava a poca distanza dal canale, ma su un'altra via. Questa circostanza ha indotto le prime squadre di soccorso allertate a temere che nella tragedia fossero coinvolte anche altre persone. Solo con il passare delle ore la situazione è stata chiarita ed è stato accertato che nell’incidente non fossero stati coinvolti altri alpinisti. Da ricordare che proprio nel canale Sivitilli venerdì pomeriggio una donna è scivolata sempre durante un’arrampicata riportando, fortunatamente, solo ferite lievi.
I SOCCORSI con squadre
da teramo e L’Aquila
L'allarme è scattato immediatamente e in poco tempo la macchina dei soccorsi si è mobilitata in una disperata corsa contro il tempo anche per le non buone condizioni del meteo in quota. Sul posto sono arrivati gli operatori del 118 in elicottero insieme ai volontari del Soccorso alpino e speleologico dell'Abruzzo, con squadre giunte sia dall'Aquila sia da Teramo. Ma a chi di soccorsi in montagna ne ha fatti davvero tanti è bastato poco per capire che questa volta non c’era più niente da fare: quel volo di centinaia di metri non ha lasciato scampo a nessuno dei due esperti alpinisti. Li hanno recuperati quasi alla base del canale, su alcune rocce. I corpi sono stati verricellati e trasportati in elicottero a Prati di Tivo. Da qui, successivamente, sono stati portati all’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo per il necessario rito del riconoscimento da parte dei familiari. Dopo le indagini svolte dai carabinieri della compagnia di Teramo che hanno seguito tutte le fasi del recupero, il sostituto procuratore di turno Laura Colica non ha ritenuto necessario disporre l’autopsia e dopo una ricognizione cadaverica, eseguita nel pomeriggio, ha subito dato il nulla osta per la sepoltura riconsegnando le salme alle famiglie per i funerali.
LO STRAZIO all’obitorio
dell’ospedale
I volti straziati a raccontare più di tante parole. Perché davanti all’obitorio dell’ospedale Mazzini c’è solo dolore. Ci sono i familiari, gli amici, i colleghi di lavoro, quelli del Soccorso Alpino, quelli delle tante scalate fatte sulle vette abruzzesi e non solo. «Erano due grandi appassionati della montagna», raccontano, «due persone esperte e sicuramente prudenti. Raffaello era veramente una persona che andava in montagna da tantissimi anni e anche Gianluca non era da meno. Uscivano spesso insieme. Quell’arrampica l’avevano già fatta altre volte sia in inverno sia in estate». Anche la moglie di Raffaello, Francesca Mastromauro, è una grande appassionata di montagna, iscritta all’albo degli accompagnatori di media montagna.
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