I Colli e la periferia devastati da frane e smottamenti

28 Gennaio 2014

Sopralluogo di Del Vecchio e Di Nisio nelle zone colpite In via Monte Carmelo c’è anche un edificio in bilico

PESCARA. L’immagine più impressionante è quella di via Monte Carmelo, dove un edificio è rimasto sospeso sulla collina. Frane e smottamenti stanno devastando i Colli e la periferia di Pescara. Lo confermano i consiglieri comunali Enzo Del Vecchio e Fausto Di Nisio, che nei giorni scorsi hanno effettuato alcuni sopralluoghi nelle zone più a rischio realizzando un piccolo reportage fotografico.

«Le ultime piogge che si sono riversate sul territorio del comune di Pescara», spiegano in una nota, «hanno messo in evidenza due preoccupanti emergenze che non potranno non occupare i primi punti delle priorità dell'agenda della prossima amministrazione cittadina: frane e allagamenti». «Improvvisamente, ma neanche tanto inaspettatamente», dicono i due consiglieri, «abbiamo toccato de visu e non senza qualche dramma, di quanto sia fragile la tenuta del nostro territorio sia esso collinare che pianeggiante di fronte ad eventi naturali che possono assumere anche i tratti della straordinarietà».

Nella parte alta della città, a loro dire, nessuno dei colli sarebbe stato risparmiato da consistenti fenomeni franosi «che hanno necessitato di interventi di immediata messa in sicurezza delle vite umane e, contestualmente, della inibizione all'utilizzo di strutture pubbliche e private».

«Le decine e decine di ordinanze sindacali emesse», osservano, «sono lì a testimoniare la gravità degli avvenimenti accaduti: Colle Breccia, Colle Orlando, Via Monte Carmelo, Strada San Donato, Strada Ciafardella, Colle Santo Spirito, pongono ed impongono una riflessione del perché sia accaduto tutto ciò e se questa situazione potesse essere evitata».

Di Nisio e Del Vecchio ricordano in proposito ciò che ha fatto la precedente amministrazione comunale. «Il facile giudizio negativo che se ne potrebbe trarre sulle politiche urbanistico edilizie messe in atto dalla classe politica dei decenni passati che ha governato la città», fanno notare, «trova, in parte, una parziale risposta con il primo documento urbanistico voluto dalla giunta D'Alfonso ed approvato nel 2007 e cioè quella Variante delle invarianti che ha sottratto all'edificazione ben 550 ettari di territorio collinare, ovvero oltre il 17% del territorio comunale. Un provvedimento importante dopo anni di totale deregulation che doveva rappresentare la chiave di volta, negli anni successivi. Una prospettiva che purtroppo è stata soffocata da fattori esterni prima ed ignavia politico-amministrativa poi».

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