I commercianti: niente cemento sul Cofa

22 Giugno 2014

Che fare del mercato da abbattere? Confcommercio: un contenitore virtuale. Confesercenti: un luogo di visita di massa

PESCARA. Tutti d’accordo, tra le più importanti associazioni dei commercianti, su ciò che non dovrà diventare l’area dell’ex Cofa (l’ex mercato ortofrutticolo, di proprietà della Regione, in disuso, se si escludono alcuni manifestazioni culturali, dal 2004), il quale, stando alle intenzioni del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, nel giro di alcune settimane dovrà essere abbattuto.

Per Confcommercio e Confesercenti non dovrà esserci una colata di cemento, né per la residenza privata, né per quella pubblica.

Ezio Ardizzi, presidente della Confcommercio, ed ex presidente della Camera di commercio, suona subito il campanello d’allarme.

«Ho sentito già di qualcuno che si starebbe muovendo per fare un po’ di speculazione edilizia», mette sull’altolà. «Poi ho sentito parlare altri di una torre di cinquanta metri. Ma niente di tutto questo serve nella zona», indica Ardizzi, che già dal 1986 cominciò ad occuparsi della destinazione dell’area.

«Noi sin da allora cominciammo a fare delle proposte e a D’Alfonso, oltre che negli ultimi giorni, gliene parlai anche all’epoca in cui egli era sindaco della città».

Ardizzi ha le idee chiare e le mette sul tavolo: «Al posto dell’ex Cofa non dovranno sorgere cinema, ristoranti, uffici, palazzi. Niente di tutto questo. Ciò che occorre, invece, è una costruzione, a forma di sfera, di semisfera, oppure, ancora, di tartaruga, come ho visto in certe parti del mondo, che funga da contenitore virtuale».

Dunque per Ardizzi andrebbe realizzata una «scatola», che di volta in volta contenga qualcosa di diverso. «Vogliamo un acquario? Ebbene, per un anno si potrà riempire il volume, sempre virtualmente, di squali. Vogliamo ricostruire la storia degli egiziani? D’accordo, si allestisca un percorso che illustri le radici di questo popolo. Lo stesso si faccia se un indirizzo di questo tipo lo si voglia intraprendere per i greci o altro ancora».

Tutto già messo su carta, da parte di Confcommercio. «Già da tempo, su progetti relativi all’ex Cofa abbiamo coinvolti gli studiosi della facoltà di Architettura dell’università d'Annunzio. Perché dunque non riunirli ancora per una proposta?», s’è chiesto Ardizzi. «Io avrei già in mente sul come avanzare in questi progetti di contenitori virtuali. Potremmo stipulare degli accordi, ad esempio, con Tel Aviv o Sidney, per degli scambi periodici di prodotti».

Per Gianni Taucci, direttore provinciale di Confesercenti, il quale parla anche per conto del presidente dell’associazione, Raffaele Fava, l’uovo di Colombo è nella parola chiave «destagionalizzare».

«Non che sia questa l’idea che propongo», ipotizza Taucci, «ma bisognerebbe pensare a qualcosa tipo un acquario, un’attrazione che vada bene per 365 giorni all’anno».

« Il “mostro”, intanto», sottolinea il direttore dell’associazione riferendosi all’ex Cofa, «va immediatamente abbattuto, e poi, visto che vicino si trova il porto turistico, io direi di indirizzare la scelta verso un obiettivo che non sia legato soltanto al momento dell’estate. Mi viene in mente qualcosa che sia un luogo di visita di massa. Pertanto dovrà rappresentare qualcosa che interessi sia i residenti, sia i turisti».

«Quel posto», rimarca Taucci, «dovrà diventare un luogo di prestigio per il turismo. Ma una cosa dovrà essere chiara: ciò che sicuramente non dovrà nascere sono palazzine o abitazioni di ogni tipo».

«Nel frattempo», conclude Gianni Taucci, «noi della Confesercenti ci stiamo attivando anche insieme con altre associazioni di categoria, come il Cna, la Confartigianato, la Coldiretti e altre, per elaborare, condividendola tutti insieme, una proposta da sottoporre alla città».

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