Il comitato contro il consorzio: «Pagati 2 milioni più del dovuto»

Dopo l’ultima udienza, attesa entro agosto la sentenza del Tar sul ricorso di 15 aziende agricole Presentato anche un esposto alla Corte dei Conti: «Prelevati soldi in eccesso per l’energia elettrica»
PENNE. Emergenza idrica e agricoltura dell’area vestina in ginocchio. Gli imprenditori del settore sono pronti ad alzare la voce, dopo essere rimasti a secco anche per la chiusura della fornitura d’acqua assicurata dalla diga di Penne. Il braccio di ferro tra agricoltori del comitato Bonifica sostenibile, presieduto da Gabriele Trovarelli, e il commissario del consorzio Bonifica Centro Daniela Valenza prosegue, dopo l’ultima udienza sul ricorso al Tar di Pescara, presentato da 15 aziende per chiedere l’annullamento e il ricalcolo della contribuenza 2021-2022-2023 del consorzio: in ballo ci sono più di 2 milioni di euro. Entro agosto è attesa la sentenza definitiva del tribunale amministrativo.
«L’ultima udienza è stata particolarmente sentita», dicono dal comitato Bonifica Sostenibile: il Consorzio ha mantenuto il punto sulla correttezza e la regolarità dei dati di bilancio, ma «proprio quei bilanci», spiegano dal Comitato, «attestano come in tre anni ai consorziati siano stati prelevati ben 2,1 milioni di euro in eccesso sul costo dell’energia elettrica». Altro dato emerso dall’esame dei bilanci dell’ente ed evidenziato dai ricorrenti è la mancanza tra le voci delle entrate del 2021 di 3,1 milioni di euro, un risarcimento ottenuto dal Consorzio per la nota vicenda a rilevanza penale che aveva coinvolto nel 2016 persone legate alla allora società di depurazione, la Depuracque. «Questi proventi che il Consorzio ha percepito ma di cui non vi è traccia nei bilanci», si legge ancora nella nota del Comitato, «sono stati utilizzati per l’acquisto della stessa azienda che quei danni aveva procurato, azienda oggi gestita dalla società mista pubblico privato “Centro Depurazione”, con l’aggravante che i soli costi di questa acquisizione, per circa 1,5 milioni di euro, sono rimasti nel bilancio del consorzio e hanno gravato sulla contribuenza a carico dei consorziati». Di questi fatti, viene spiegato nella nota, «il comitato Bonifica Sostenibile ha formalizzato un esposto alla Corte dei Conti e chiesto alla nuova governance del Consorzio di approfondirne tutti gli aspetti, ma ad oggi non ci sono stati riscontri concreti».
«La sentenza del Tar», chiude il comitato, «appare un passaggio tecnico importante, ma non decisivo di fronte ad un quadro in cui da un lato ci sono migliaia di consorziati che hanno preso piena coscienza dei propri diritti, dall’altro un consiglio di amministrazione, ormai in carica da sei mesi, che sembra delegare all’organo giudiziario la risoluzione di problemi che traggono invece la loro origine da fatti di un passato che oggi sembra ripresentarsi».