Il Comune vuole gli affitti arretrati

19 Febbraio 2012

Anche università e Poste non in regola, i crediti ammontano a 2,4 milioni

PESCARA. Ci sono le Poste, l'Enel, l'università D'Annunzio e persino alcuni istituti religiosi. E' una lista lunghissima quella stilata dal Comune con i nomi di chi non paga gli affitti degli immobili assegnati dall'ente. Si tratta di ben 2 milioni 415mila euro di canoni arretrati. Un credito enorme, mai denunciato finora, che ora l'amministrazione Mascia è intenzionata a recuperare. E' un'operazione mai tentata fino ad oggi, dovrebbe consentire al Comune di aumentare le entrate e di liberare alloggi popolari da destinare ad altri assegnatari in graduatoria. Una boccata d'ossigeno per il bilancio, che l'assessore Eugenio Seccia non riesce a far quadrare.

ATENEO TRA I MOROSI. Sono in tutto 645 i nomi che compaiono nell'elenco dell'ente. Sono in gran parte semplici cittadini che non sono in regola con i pagamenti degli alloggi popolari. Ma ci sono anche enti, società e associazioni che occupano locali comunali e che non versano i canoni di affitto. Il caso più eclatante è quello dell'università D'Annunzio. Non è specificato qual è l'immobile occupato. Si sa soltanto che l'ateneo ha accumulato un debito di 211.773 euro, la cifra più alta di tutti i morosi, perché non ha mai pagato. Lo stesso ha fatto l'Ufficio provinciale del lavoro, che non ha mai versato un euro al Comune, almeno negli ultimi anni. Ora gli deve 8.297 euro. Ancora più alta la cifra, 11.416 euro, che l'Enel deve pagare di affitti arretrati.

CI SONO ANCHE LE POSTE. Meno pesante la posizione delle Poste che hanno già pagato 1.526 euro: restano da versare altri 3.053 euro. Risultano debitori del Comune anche l'associazione Marinai d'Italia, per 2.853 euro e la cooperativa sociale Il Gabbiano, per 5.978. La Società nazionale di salvamento deve invece all'ente 826 euro. Nella lista c'è persino l'istituto religioso delle Suore Francescane che ha una morosità di 835 euro. Ci sono casi di inquilini di alloggi popolari che non hanno mai pagato in decine di anni di locazione e che hanno accumulato un debito di oltre 70.000 euro.

CENSITI GLI IMMOBILI. Finalmente il Comune sa quante proprietà possiede. L'operazione di ricognizione dei canoni non pagati è cominciata circa un anno fa, quando l'ufficio Politiche della casa ha riassorbito il servizio di riscossione degli affitti, prima affidato all'esterno. «Tale procedura», ha spiegato l'assessore Del Trecco, «ci ha permesso di ricostituire una banca dati aggiornata degli inquilini e la storia degli affitti». Dopodiché, è partito un censimento degli immobili, con i dipendenti dell'ente che sono andati in ciascuno degli 850 appartamenti di proprietà del Comune. Così, si è potuto verificare che le famiglie presenti fossero effettivamente quelle indicate nelle bollette degli affitti.

In alcuni casi, sono risultati inquilini diversi da quelli registrati in passato nei contratti e il debito accumulato spesso è riferito al vecchio assegnatario. Recuperare i canoni non pagati, quindi, non sarà facile. Dalla ricognizione sono emersi quartieri dove è abitudine collettiva non pagare l'affitto. Ad esempio, in via Caduti per servizio. Gli uffici ritengono che la morosità complessiva sia pari a 430mila euro.

Il capogruppo del Pd Moreno Di Pietrantonio invita, però, l'ente ad essere prudente. «Ci vuole un piano graduale di rientro», ha detto, «molti cittadini sono debitori, perché non ce la fanno a pagare. Non si possono mettere sulla strada. E' giusto, invece, colpire chi ha le possibilità e non paga».

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