Ieri l’ultimo straziante saluto ai vigili del fuoco deceduti a Pennapiedimonte: «Nico e Emanuele per sempre con noi»

Migliaia di persone in piazza e nella cattedrale di San Giustino tra colleghi in divisa, familiari, autorità e semplici cittadini. Il comandante Verna: «Hanno sempre messo impegno e dedizione nel loro lavoro, andando oltre i compiti istituzionali»
Piazza San Giustino mai così gremita. Peri due vigili del fuoco di Emanuele Capone (42 anni di Chieti) e Nico Civitella (42 anni di Guardiagrele) è il giorno dell'ultimo addio. Il picchetto d'onore vigili del fuoco si schiera tra la gente in modo che le due bare possano entrare in cattedrale, seguite dai parenti e le autorità. In piazza cala il silenzio. La commozione è palpabile.
CHIESA GREMITA
Le bare arrivano a bordo di un'autoscala dei vigili del fuoco. Sono coperte di fiori bianchi con le foto di Emanuele e Nico. Su una, quella di Civitella, c'è anche un draghetto verde col caschetto rosso, è Grisù, popolare personaggio dei cartoni animati, divenuto, soprattutto per i più piccoli, simbolo dei pompieri. La cattedrale si riempie subito. Dal governo centrale è arrivato il sottosegretario al ministero dell'Interno Emanuele Prisco. Accanto a lui siede il presidente della Regione Marco Marsilio. Ci sono anche il capo del Corpo dei vigili del fuoco, Eros Mannino, e il dirigente regionale Gennaro Tornatore. Tra le tante autorità presenti siedono anche il prefetto Gaetano Cupello, il nuovo questore Leonida Marseglia, il procuratore capo Giampiero Di Florio, il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri, ilparlamentare Alberto Bagnai, i sindaci di Chieti, Diego Ferrara, e Guardiagrele, Donatello Di Prinzio, che per la giornata di ieri hanno indetto il lutto cittadino, e la sindaca di Pennapiedimonte, Rosalina Di Giorgio, il comune all'interno del quale si è verificata, lo scorso 30 aprile, la tragica morte dei due vigili del fuoco, durante una esercitazione fuori dal servizio alla forra di Balzolo, insieme ai colleghi Gabriele Buzzelli e Giulio De Panfilis. Tra i circa cento vigili del fuoco in divisa, c'erano anche loro: nelle acque gelide e impetuose dell'Avello, hanno lottato invano per mantenere in vita Emanuele, mentre la corrente aveva trascinato via Nico.
UNA VITA PER GLI ALTRI
«È un momento di profondo dolore», dice l'arcivescovo Bruno Forte dal pulpito, «avevano scelto di trascorrere alcune ore libere in una esercitazione finalizzata a una ulteriore conoscenza del territorio di competenza del loro comando, al fine di essere pronti a intervenire per salvare vite, come in tante circostanze avevano fatto. Avevano deciso di spendere le loro vite perché fosse salvaguardata la vita di tutti, avevano fatto dono di sé in vista del bene degli altri». Al termine della funzione prende la parola il comandante provinciale Luca Verna dice subito che «è difficile trasformare in parole i sentimenti che albergano nei nostri cuori».Parladi «rabbia,dolore, frustrazione, disperazione». Anche se è la speranza a sovrastare tutto: «La speranza che Nico ed Emanuele ci hanno trasmesso. Sono qui tra noi. Li vedo negli occhi dolci dei loro familiari, li sento nel cuore che batte dentro le centinaia di divise dei vigili del fuoco oggi presenti. Due bravi ragazzi, due bravi colleghi, due vigili del fuoco. Che hanno messo il loro impegno e la loro dedizione per fare bene il loro lavoro, andando oltre il compito istituzionale,nella ricerca, nella sperimentazione, nello studio di nuove tecniche d'intervento. Devo ringraziare Nico ed Emanuele a nome di tutto il corpo nazionale dei vigili del fuoco perché il loro esempio ci darà la forza per essere sempre all'altezza del compito che ci aspetta».
IL DOLORE
«Noi vigili del fuoco siamo una grande famiglia», aggiunge a margine del rito funebre il capo del Corpo, Mannino, «e cercheremo di stare vicino alle famiglie dei nostri due vigili del fuoco». In tanti si sono stretti intorno alle due famiglie, teatina e guardiese, ai genitori di Nico, Silvana e Antonino, alla sorella Giusy, al fratello Arturo, alla moglie Pamela; ai genitori di Emanuele, Vittorio ed Ersilia, alla moglie Monia che ha stretto in braccio il piccolo Jacopo mentre la figlia più piccolina, Nicole, non c'era. Le bare hanno lasciato piazza San Giustino salutate dal volo di palloncini e dalla musica del gruppo con cui Emanuele suonava la batteria, i BackBoundBand.