Il manager: «Non posso lasciare il lavoro»

10 Febbraio 2014

PESCARA. «Ciò che mi crea maggiore sofferenza per questa decisione è l’idea di non poter fare qualcosa per la mia città». Così Antonello Ricci, manager ed ex dirigente del Pci, spiega la sua...

PESCARA. «Ciò che mi crea maggiore sofferenza per questa decisione è l’idea di non poter fare qualcosa per la mia città». Così Antonello Ricci, manager ed ex dirigente del Pci, spiega la sua sofferenza per il no alla candidatura a sindaco. Ha aspettato un mese e mezzo per dare una risposta e in tutto questo tempo ha riflettuto a lungo, ha combattuto con se stesso tra il desiderio di tornare a fare politica dopo vent’anni, con il solo scopo di fare qualcosa per la città e la voglia di continuare la sua attività ventennale di amministratore del gruppo Maresca. Ha prevalso quest’ultima.

Dottor Ricci, è stata una decisione molto sofferta?

«Sì, è stata una decisione difficile. Ci ho messo del tempo a dare una risposta non certo perché aspettavo qualcosa. Ringrazio, comunque, le tante persone che in queste settimane mi hanno chiesto un impegno diretto per la mia città. Sentire così tanta fiducia mi ha riempito d’orgoglio e di responsabilità. Ho avvertito e avverto il dolore per una città che rischia di spegnersi per la mancanza di idee e di coraggio. E provo un senso di sconfitta ogni volta che chiude un’attività o un talento non riesce ad emergere».

Perché ha detto no alla candidatura a sindaco?

«Io, da più di vent’anni, sono impegnato in un’azienda che assorbe gran parte delle mie energie e ho la fortuna di lavorare con persone che mi hanno insegnato molto di quello che so fare. Il mio senso di responsabilità non mi consente di lasciare un lavoro a metà. Per questo, non posso dunque accettare la proposta di candidarmi a sindaco».

Non ha voglia di tornare a fare politica dopo vent’anni?

«No, non tornerò più a fare politica. Non mi piace quello che c’è oggi, è un campo dove non ci sono più regole. Oggi la politica è troppo condizionata da interessi personali. Ripeto, se mi fossi candidato a sindaco sarebbe stato solo per fare qualcosa per la mia città. Pescara la sento sulla mia pelle, ma non si può essere bravi cittadini se non si valutano sino in fondo le conseguenze delle proprie azioni. È quella che Max Weber chiama etica della responsabilità».

Che cosa può consigliare al futuro candidato sindaco?

«Quando Bloomberg è stato eletto sindaco di New York si è posto subito il problema di creare ricchezza per la propria città. Ha puntato, in particolare, su tre obiettivi: rilanciare la ricerca per creare nuovi posti di lavoro; sviluppare la green economy; attrarre l’industria manufatturiera. In cinque anni sono stati creati 150mila posti. Ecco, il futuro sindaco di Pescara dovrebbe prendere esempio, potrebbe rilanciare il territorio puntando sulla green economy.

Ha qualche nome da suggerire al centrosinistra come candidato sindaco?

«No comment».(a.ben.)

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