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Il Pdl: «In piazza per salvare l’ufficio del giudice di pace»

PENNE. «Sarebbe un grave e imperdonabile errore perdere una delle istituzioni più importanti per Penne e l'intera area che gravita intorno ad essa. Nei prossimi giorni organizzeremo una...

PENNE. «Sarebbe un grave e imperdonabile errore perdere una delle istituzioni più importanti per Penne e l'intera area che gravita intorno ad essa. Nei prossimi giorni organizzeremo una manifestazione pubblica per le vie della città con l’obiettivo di sensibilizzare l’amministrazione comunale a mantenere il giudice di pace». E questa la proposta del coordinatore cittadino del Pdl pennese, Antonio Baldacchini, per scongiurare l'ipotesi di chiusura dell' ultimo ufficio giudiziario rimasto a Penne. Il Comune deve inviare la richiesta di mantenimento dell’ufficio al ministero della Giustizia entro il 29 aprile prossimo e la maggioranza in vista di questa scadenza i sta verificando se ci sono le risorse necessarie, economiche e in termini di personale. «Non possiamo credere che in un bilancio comunale di 17 milioni non ci siano 50 mila euro per pagare le utenze del presidio giudiziario e soprattutto non ci siano dipendenti intenzionati a sostenere questa iniziativa amministrativa di notevole importanza per la città. Chiediamo un incontro con il sindaco D’Alfonso affinché si faccia carico, anche attraverso l’estensione della problematica ai comuni limitrofi, di individuare una soluzione. Non si può perdere una istituzione giudiziaria strategica per la città». Dal Comune fanno sapere che si stanno percorrendo tutte le vie per salvare l'ufficio del giudice di pace, ma lo scoglio maggiore continua ad essere l'esiguità di figure qualificate, che siano già presenti nell'organico comunale, essendoci di fatto il blocco del turn over, da poter destinare ai ruoli amministrativi che garantiscono il funzionamento dell'ufficio. «Abbiamo deciso di prenderci dieci giorni», spiega il sindaco Rocco D’Alfonso, «per riconttattare i sindaci dei comuni vestini, affinché ci diano un supporto concreto; se non dovessimo ottenere risposte utili ci baseremo sulle nostre sole forze. L'ultima cosa che vogliamo è rinunciare a combattere».

Claudia Ficcaglia

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